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Papa Leone XIV spiega ai cardinali la scelta del nome: all’incontro va con il pugliese Semeraro

Cammina tra il cardinale salentino Marcello Semeraro e il sudcoreano Lazarus You Heung-sik, papa Leone XIV mentre si avvia verso l'Aula del Sinodo per l'incontro con i porporati. Prevost ha spiegato a coloro che lo hanno eletto la scelta del suo nome pontificale: un riferimento a Leone XIII che con la Rerum Novarum affrontò la…
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(Foto Facebook Vatican News - VaticanMedia)

Cammina tra il cardinale salentino Marcello Semeraro e il sudcoreano Lazarus You Heung-sik, papa Leone XIV mentre si avvia verso l’Aula del Sinodo per l’incontro con i porporati.

Prevost ha spiegato a coloro che lo hanno eletto la scelta del suo nome pontificale: un riferimento a Leone XIII che con la Rerum Novarum affrontò la questione sociale nella prima rivoluzione industriale.

Oggi la Chiesa deve «rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale», ha detto il Santo Padre.

«Voi, cari cardinali, siete i più stretti collaboratori del papa – ha aggiunto -, e ciò mi è di grande conforto nell’accettare un giogo chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze, come a quelle di chiunque».

La presenza dei cardinali, ha proseguito Leone XIV, «mi ricorda che il Signore, che mi ha affidato questa missione, non mi lascia solo nel portarne la responsabilità. So prima di tutto di poter contare sempre, sempre sul suo aiuto, l’aiuto del Signore, e, per sua grazia e provvidenza, sulla vicinanza vostra e di tanti fratelli e sorelle che in tutto il mondo credono in Dio, amano la Chiesa e sostengono con la preghiera e con le buone opere il Vicario di Cristo».

Il papa, ha proseguito Prevost, «a cominciare da San Pietro e fino a me, suo indegno successore, è un umile servitore di Dio e dei fratelli, non altro che questo. Bene lo hanno mostrato gli esempi di tanti miei predecessori, da ultimo quello di papa Francesco stesso, con il suo stile di piena dedizione nel servizio e sobria essenzialità nella vita, di abbandono in Dio nel tempo della missione e di serena fiducia nel momento del ritorno alla Casa del Padre» ha aggiunto. «Raccogliamo questa preziosa eredità e riprendiamo il cammino, animati dalla stessa speranza che viene dalla fede», ha concluso papa Prevost.

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