«Disarmiamo le parole, contribuiremo a disarmare la terra». Così Leone XIV incontrando oggi i media di tutto il mondo in Aula Paolo VI, facendo suo l’invito «fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra».
Migliaia di giornalisti e operatori del mondo dei media, stimati oltre 5mila, hanno partecipato all’incontro con papa Leone XIV. All’ingresso il Pontefice è stato accolto da un lungo applauso. «Grazie per la meravigliosa accoglienza. Grazie molte», ha dichiarato subito il Santo Padre in inglese.
«Una comunicazione disarmata e disarmante – osserva Leone XIV – ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana. Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace».
E dicendo «no alla guerra di parole» perché «la pace comincia da ognuno di noi», ha chiesto la scarcerazione dei giornalisti incarcerati: «Permettetemi di ribadire oggi la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato e raccontato la verità, e di chiederne la liberazione». La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa».
«Grazie, cari amici, per il vostro servizio alla verità. Voi siete stati a Roma in queste settimane per raccontare la Chiesa, la sua varietà e, insieme, la sua unità. Avete accompagnato i riti della Settimana Santa; avete poi raccontato il dolore per la morte di Papa Francesco, avvenuta però nella luce della Pasqua. Quella stessa fede pasquale ci ha introdotti nello spirito del Conclave, che vi ha visti particolarmente impegnati in giornate faticose; e, anche in questa occasione, siete riusciti a narrare la bellezza dell’amore di Cristo che ci unisce tutti e ci fa essere un unico popolo, guidato dal Buon Pastore».
«Giornalismo non sia fuori dal tempo e dalla storia»
«Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: ‘Viviamo bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi’. Grazie, dunque, di quanto avete fatto per uscire dagli stereotipi e dai luoghi comuni, attraverso i quali leggiamo spesso la vita cristiana e la stessa vita della Chiesa. Grazie, perché siete riusciti a cogliere l’essenziale di quel che siamo, e a trasmetterlo con ogni mezzo al mondo intero. Oggi, una delle sfide più importanti è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla ‘torre di Babel‘ in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. Perciò, il vostro servizio, con le parole che usate e lo stile che adottate, è importante».
Papa Leone XIV, prima telefonata con Zelensky
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha riferito sui social di avere parlato con Papa Leone XIV, precisando che si è trattato della “prima conversazione” e ha aggiunto di averlo invitato “a compiere una visita apostolica in Ucraina”, dicendo che questo “darebbe una speranza concreta a tutti i credenti e a tutto il nostro popolo.
«Ho parlato con papa Leone XIV. È stata la nostra prima conversazione, ma già molto calorosa e davvero sostanziale. Ho ringraziato Sua Santità per il suo sostegno all’Ucraina e a tutto il nostro popolo. Apprezziamo profondamente le sue parole sulla necessità di raggiungere una pace giusta e duratura per il nostro Paese e il rilascio dei prigionieri», ha riferito Zelensky in un post su X.
«Abbiamo anche discusso delle migliaia di bambini ucraini deportati dalla Russia. L’Ucraina conta sull’aiuto del Vaticano per riportarli a casa dalle loro famiglie», ha proseguito, aggiungendo di avere «informato il Papa dell’accordo tra l’Ucraina e i nostri partner secondo cui, a partire da oggi, deve iniziare un cessate il fuoco completo e incondizionato per almeno 30 giorni».
«Ho inoltre ribadito la disponibilità dell’Ucraina a proseguire i negoziati in qualsiasi forma, compresi i colloqui diretti, una posizione che abbiamo ripetutamente sottolineato. L’Ucraina vuole porre fine a questa guerra e sta facendo tutto il possibile per raggiungere questo obiettivo. Ora attendiamo passi simili da parte della Russia», ha detto ancora. Infine Zelensky ha riferito di avere «invitato Sua Santità a compiere una visita apostolica in Ucraina».
«Abbiamo convenuto di rimanere in contatto e di pianificare un incontro di persona nel prossimo futuro», ha concluso il presidente ucraino.