SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Papa Leone XIV, ancora un “missionario” arrivato dall’America che sorprende la piazza

Prevost, l’imprevisto. Ancora una volta un Papa che viene dall’America, ma questa volta non dalla parte latina, anche se il missionario Leone decimoquarto, nome scelto dal cardinale Robert Francis Prevost, eletto 267esimo successore di Pietro, ha svolto molta attività pastorale e di carità in Perù, ma dagli Stati Uniti laici, protestanti, multietnici. Prevost è un…
l'edicola
(Foto di Cecilia Fabiano / LaPresse)

Prevost, l’imprevisto. Ancora una volta un Papa che viene dall’America, ma questa volta non dalla parte latina, anche se il missionario Leone decimoquarto, nome scelto dal cardinale Robert Francis Prevost, eletto 267esimo successore di Pietro, ha svolto molta attività pastorale e di carità in Perù, ma dagli Stati Uniti laici, protestanti, multietnici. Prevost è un nome che nei giorni delle Congregazioni, precedenti il Conclave, era considerato “di compromesso”. Non era nella dozzina dei più papabili, tanto che il primo commento in piazza San Pietro è stato proprio quello di confermare il vecchio adagio: chi entra Papa in Conclave esce cardinale. D’altronde, che Papa Leone fosse considerato un’ipotesi remota lo indicava anche la sua nomina cardinalizia, avvenuta appena nel 2023.

La giornata

La cronaca della giornata del nuovo Papa inizia al mattino con altre due votazioni andate senza quorum nella Cappella Sistina. Una nuova fumata nera che, nonostante l’invito da Pompei del cardinale decano Giovanni Battista Re, giunto nella città campana nel giorno della solennità della Vergine, alla preghiera, invocando proprio la Madonna, non era considerata l’ultima in piazza San Pietro, dove circola voce che il cardinale Luis Tagle abbia iniziato a far proseliti per Pietro Parolin. Così, il pomeriggio via della Conciliazione appare sostanzialmente calma e “gestibile”, come afferma un carabiniere. Poi, alle 18,07 dal comignolo sul Palazzo Apostolico ecco che arriva la Fumata bianca. Un attimo e migliaia di persone di ogni nazionalità e di ogni etnia iniziano a correre in direzione dei tornelli di sicurezza. Alle 18,30 nel catino del Bernini si affollano oltre 50mila persone e molte altre sono ancora bloccate davanti ai metal detector e nelle vie adiacenti. Sono gli italiani quelli più rumorosi, certi che dopo 47 anni il pontificato torni in Italia. Vengono da molte diocesi, appartenenti a tanti gruppi. Poi ci sono i romani, «che non possono mancare», dice Francesca, guida turistica: chi esce dal lavoro e chi raggiunge il Vaticano da altre parti della città. Sono attimi frizzanti che stridono con le chiese spesso semivuote. Sembra che il cattolicesimo sia diventato nuovamente patrimonio di tutti e di tanti.

L’annuncio

Sono le 19 e 10 quando il cardinale Dominique Mamberti apre la Loggia delle benedizioni e, in qualità di protodiacono, annuncia il fatidico “Nuntio vobis gaudium magnum”. Silenzio dei cinquantamila. Attimo di pausa e Mamberti rivela il nome dell’eletto nella dicitura latina “eminentissiumus ac reverendissimus dominus”, seguito dal nome di Prevost. Non c’è boato, solo timidi applausi, moltiplicati dai 50mila presenti e da quanti sono ancora bloccati ai tornelli che presto verranno aperti. Subito dopo il nome del nuovo Papa: Leone XIV, ancora molto, tanto stupore. «Un americano che se chiama Leone? Boh», annota un romano di mezza età giunto con la famiglia. Attimi vuoti al balcone centrale di San Pietro ed ecco che arriva il nuovo Papa, alto dinoccolato questa volta con la mozzetta rossa e la stola come Benedetto XVI e non solo con la talare bianca indossata da Francesco il giorno dell’elezione nel 2013. Severo e formale appare anche il suo primo saluto che non ha nulla di confidenziale, ma è, anzi, molto religioso: «la Pace sia con voi», con la folla che risponde con il rituale «e con il tuo spirito». Leone nel suo discorso introduttivo, pur lasciandosi andare verso la fine a un momento di commozione, non appare né smarrito, né stupito. Anzi, squaderna il suo manifesto programmatico in linea con il nome scelto e con la sua missione di vita, e benedice la folla, concedendo l’indulgenza plenaria ai presenti e a quanti seguono con la tecnologia, testimoniando che, forse, è per davvero il primo Papa del terzo millennio.

CORRELATI

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!