Castel Gandolfo vive una giornata storica con l’arrivo di Papa Leone XIV. Il Pontefice ha raggiunto la parrocchia di San Tommaso da Villanova a bordo di una minicar elettrica, salutando e abbracciando i fedeli lungo il corso principale.
La Messa è iniziata alle 10 all’interno della piccola chiesa barocca, dove circa 200 persone hanno potuto assistere alla celebrazione. La parabola del ‘Buon Samaritano’ «oggi, interpella la nostra vita, scuote la tranquillità delle nostre coscienze addormentate o distratte, e ci provoca contro il rischio di una fede accomodante, sistemata nell’osservanza esteriore della legge ma incapace di sentire e di agire con le stesse viscere compassionevoli di Dio». Così Papa Leone XIV nel corso dell’omelia.

Oggi c’è bisogno della «rivoluzione dell’amore. Quella strada che da Gerusalemme discende verso Gerico, una città che si trova sotto il livello del mare, è la strada percorsa da tutti coloro che sprofondano nel male, nella sofferenza e nella povertà. È la strada di tante persone appesantite dalle difficoltà o ferite dalle circostanze della vita. È la strada di tutti coloro che scendono in basso fino a perdersi e toccare il fondo, ed è la strada di tanti popoli spogliati, derubati e saccheggiati, vittime di sistemi politici oppressivi, di un’economia che li costringe alla povertà, della guerra che uccide i loro sogni e le loro vite».

«A volte ci accontentiamo soltanto di fare il nostro dovere o consideriamo nostro prossimo solo chi è della nostra cerchia, chi la pensa come noi, chi ha la stessa nazionalità o religione; ma Gesù capovolge la prospettiva presentandoci un samaritano, uno straniero ed eretico che si fa prossimo di quell’uomo ferito. E ci chiede di fare lo stesso».
«Vedere senza passare oltre, fermare le nostre corse indaffarate, lasciare che la vita dell’altro, chiunque egli sia, con i suoi bisogni e le sofferenze, mi spezzino il cuore. Questo ci rende prossimi gli uni degli altri, genera una vera fraternità, fa cadere muri e steccati. E finalmente l’amore si fa spazio, diventando più forte del male e della morte», ha detto ancora il Papa.
Fuori, in migliaia hanno seguito la funzione grazie a maxischermi e altoparlanti. Grande entusiasmo in piazza della Libertà, dove alle 12 l’Angelus del Papa.

«Il Vangelo di oggi inizia con una bellissima domanda posta a Gesù. Maestro Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna? Queste parole esprimono un desiderio costante nella nostra vita, il desiderio di salvezza, cioè di un esistenza libera dal fallimento, dal male e dalla morte. Ciò che il cuore dell’uomo spera viene descritto come un bene da ereditare, non si tratta di conquistarlo con la forza, né di implorarlo come servi, né di ottenerlo per contratto».
«La vita eterna che Dio solo può dare, viene trasmessa in eredità all’uomo come dal padre al figlio. Ecco perché alla nostra domanda Gesù risponde che per ricevere il dono di Dio bisogna accogliere la sua volontà come scritto nella legge. Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e il tuo prossimo come te stesso così facendo corrisponderemo all’amore del padre la volontà di Dio. Infatti è quella legge di vita che Dio per primo pratica verso di noi, amandoci con tutto se stesso nel figlio Gesù».
«Fratelli e sorelle, guardiamo a lui, Gesù, è la rivelazione del vero amore verso Dio e verso l’uomo amore che si dona e non possiede amore che perdona e non pretende amore che soccorre e non abbandona mai in Cristo. Dio si è fatto prossimo di ogni uomo, di ogni donna, perciò ciascuno di noi può e deve diventare prossimo di chi incontra lungo il cammino.
«Sull’esempio di Gesù Salvatore del mondo, anche noi siamo chiamati a portare consolazione e speranza specialmente a chi è scoraggiato e deluso. Per vivere in eterno dunque non occorre ingannare la morte ma servire la vita, cioè prendersi cura dell’esistenza degli altri nel tempo che condividiamo. Questa è la legge Suprema che viene prima di ogni regola sociale e le dà senso».
«Chiediamo alla Vergine Maria Madre dei Misericordia di aiutarci ad accogliere il nostro cuore la volontà di Dio che è sempre volontà d’amore e di salvezza per essere, ogni giorno operatore di pace».
«Sono contento di trovarmi qui in mezzo a voi a Castel Gandolfo saluto le autorità civili e militari presenti e Ringrazio tutti voi per la calorosa accoglienza».
«Ieri a Barcellona è stato beatificato Licarione May al secolo Francesco Beniamino, frate dell’Istituto dei Fratelli Maristi delle scuole, ucciso nel 1909 in odio alla fede, in circostanze ostili. Egli visse con dedizione e coraggio la missione educativa e pastorale, la testimonianza eroica di questo Martire sia di stimolo per tutti, in particolare a quanti operano per l’educazione dei giovani».
Dopo i saluti, le conclusioni
«Nei mesi estivi sono tante le iniziative che si svolgono con i bambini e i ragazzi e vorrei ringraziare gli educatori e animatori che si dedicano a questo servizio e in questo contesto desidero ricordare le importanti iniziativa del Giffoni Film Festival che raccoglie i ragazzi e ragazzi da tutto il mondo e quest’anno sarà dedicata al tema diventare umani».
«Fratelli e sprelle non dimentichiamoci di pregare per la pace e per tutti coloro che a causa della violenza e della guerra si trovano in uno stato di sofferenza e di bisogno, a tutti voi auguro una buona domenica».

Tra i doni consegnati al Santo Padre, anche un cappellino da tennis preparato dai ragazzi dell’oratorio Don Bosco, un pallone e un cesto della Caritas. Presente anche una delegazione del moto club della polizia di Stato. L’evento ha mobilitato tutta la comunità, accorsa per accogliere il Papa con applausi e striscioni: “Benvenuto Santo Padre!”.