L’ultimo saluto a papa Francesco avverrà lunedì 28 aprile in piazza San Pietro a Roma, a sette giorni dalla sua morte. Intanto la salma del pontefice, già vestita dei paramenti sarà disponibile alla venerazione dei fedeli nella Basilica di San Pietro da domani. Ci sarà tempo poter organizzare al meglio l’afflusso di fedeli e delegazioni ufficiali, dando qualche giorno di preparativi dopo l’improvvisa scomparsa del Santo Padre, annunciata ieri mattina, poco dopo le 9, dal camerlengo, il carindale Kevin Joseph Farrell.
Le ultime ore
Francesco non si è risparmiato fino all’ultimo. Anche nel giorno di Pasqua, ha prima incontrato il vice presidente degli Stati Uniti Vance poi, affaticato e con una voce quasi spezzata dalla fatica, al limite delle si è affacciato dalla “Loggia delle Benedizioni” per rivolgere una benedizione semplice, sobria, quasi sussurrata. Ma subito dopo, con una determinazione che da sempre lo ha caratterizzato, ha voluto scendere tra la gente, salutare i fedeli, percorrere Piazza San Pietro a bordo della papamobile, regalando sorrisi e gesti di affetto. Ma chi lo conosceva bene sapeva che Francesco non sarebbe mai riuscito a restare dietro una barriera, lontano dalla sua gente, al riparo da tutto ciò che per lui era linfa vitale: l’incontro, il contatto umano, la testimonianza viva. Con prudenza, giorno dopo giorno, aveva ripreso a partecipare a piccole attività pubbliche, tornando ad abbracciare quel mondo che lo aveva sempre motivato e sorretto. Una scelta che forse ha accelerato il declino fisico, ma che è stata coerente con il suo modo di essere fino in fondo. Il suo messaggio pasquale, che non ha potuto leggere personalmente, è stato affidato a monsignor Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche. Dalla Loggia, Ravelli ha letto parole che restano ora come testamento morale del Papa argentino: un appello accorato contro la corsa al riarmo, definita una “via senza ritorno”, e un richiamo alle coscienze sul dramma dei migranti, le cui voci “non possono essere ignorate”.
La morte
Poi il ritiro nelle proprie stanze a Villa Marta e il riposo, fin quando una crisi, causata probabilmente da una emorragia cerebrale che ne ha causato la morte, dopo che il pontefice era comunque riuscito a svegliarsi. Secondo alcune fonti mediche, vicine all’entourage il suo cuore ha smesso di battere dopo meno di un’ora, molto probabilmente per le conseguenze di un ictus ischemico. «Papa Francesco non avrebbe avuto il tempo di accorgersi di nulla» ha detto Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di neurologia (Sin). «In una persona anziana come Papa Francesco – spiega Padovani – può essere causato da una improvvisa fibrillazione atriale o dalla chiusura di uno dei vasi arteriosi che riforniscono il cervello di sangue. Questo mi spinge a dire che il Santo Padre, nel caso fosse questa la causa, non si è accorto di nulla, non ha sofferto» conclude.
Cosa accade ora
Nel periodo di “sede vacante” iniziato con l’accertamento ufficiale del decesso, eseguito nella serata di ieri, da parte del Camerlengo, che è la figura preposta all’amministrazione temporanea della Santa Sede durante questo periodo, tutti i capi dicastero decadono dal loro ufficio. Il governo ordinario della Chiesa è sospeso, e vengono gestiti solo gli affari correnti. La guida temporanea spetta al Collegio dei Cardinali, che però non può introdurre innovazioni o prendere decisioni vincolanti per il futuro. Le celebrazioni del Giubileo continueranno, ovviamente in tono diverso. È quanto si precisa dalla sala stampa vaticana. Le messe in programma quindi si svolgeranno ma sono sospese le canonizzazioni. In attesa di dare inizio al Conclave che elegga il nuovo pontefice, iniziano ad arrivare a Roma, proprio in queste ore, tutti i cardinali elettori.
I controlli
Già dai primi minuti immediatamente successivi all’annuncio della scomparsa del Santo Padre un intenso flusso di fedeli sta interessando le aree urbane prossime ai siti vaticani. Inoltre in attesa che Roma si riempia di fedeli e pellegrini che prenderanno parte alla messa in suffragio di papa Francesco, la Questura di Roma ha attivato “Centro per la Gestione della Sicurezza dell’Evento”. Sotto il coordinamento dei servizi di ordine e sicurezza pubblica da parte della Questura capitolina, l’attivazione della task force, insieme ai militari dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, nonché della Polizia di Roma Capitale, assicura in tempo reale un’efficace azione di coordinamento di tutte le risorse in campo. Contestualmente, dopo una prima consultazione tra il Prefetto e il Questore di Roma, quest’ultimo ha disposto l’intensificazione dei dispositivi di controllo del territorio in tutta l’area orbitante la zona di Piazza San Pietro. Oltre al potenziamento del piano di impiego dei contingenti pattuglie del comando interforze hanno moltiplicato gli occhi rivolti ai flussi di fedeli in transito in un’ottica di prevenzione rispetto ai reati predatori, così come rispetto ad ogni ulteriore fattore di rischio fisiologicamente indotto dai luoghi caratterizzati da una elevata concentrazione di pubblico.