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Papa Francesco, il ricordo di Al Bano: «In lui convivevano lo spirito rivelazione e rivoluzione» – L’INTERVISTA

«Ogni papa è l’espressione della forza dello Spirito Santo e la sua azione è quello che ci vuole in quel preciso periodo storico. Anche per papa Francesco è stato così e il suo insegnamento continuerà a dare frutti, ne sono sicuro, chiunque sarà adesso il suo successore». Così esordisce l’artista pugliese Al Bano Carrisi nel ricordare il pontefice, scomparso ieri mattina all’età di 88 anni, che il cantante di Cellino San Marco ha avuto l’onore e la possibilità di incontrare ben quattro volte nel corso del suo pontificato iniziato il 13 marzo del 2013.

Bergoglio ci ha lasciato ieri dopo una lunga malattia. Che papa è stato per lei?

«Nell’elezione del papa subentra sempre la forza dello Spirito Santo, se si pensa a tutti coloro che negli anni sono stati scelti per ricoprire il ruolo di guida morale e spirituale della chiesa cattolica, è evidente. Giovanni Paolo II è stato, ad esempio, l’uomo giusto durante gli anni della caduta dei regimi comunisti ed è stato in grado di guidare la chiesa in quella particolare fase storica mantenendone l’unità. E ha sofferto lui più di tutti con il terribile attentato alla sua vita. È stato però protetto dalla vergine Maria. Nel solco di questa esperienza, io ritengo che anche papa Francesco sia stato un rivoluzionario illuminato dalla forza dello Spirito Santo».

Cosa intende?

«Lo ha spiegato bene ed è stato chiarissimo già nel messaggio che ha lanciato nel momento in cui venne eletto papa con la scelta del nome Francesco. Dal primo momento ha simbolicamente detto a tutto il mondo cattolico che avrebbe seguito la strada tracciata da San Francesco d’Assisi con il suo messaggio di vicinanza agli ultimi e ai più poveri della terra. Rivelazione e rivoluzione hanno convissuto nella stessa persona in papa Francesco».

Parlando invece più della sua esperienza personale, quante volte ha incontrato papa Francesco e cosa ricorda con maggiore forza di quei momenti?

«Ho avuto l’onore di conoscere e incontrare il papa per ben quattro volte nel corso della mia vita. Ho cantato per lui in Vaticano. È stato fantastico in tutti i momenti».

C’è un aneddoto che ricorda con più affetto?

«Io avevo cercato un appuntamento con il papa, alla fine del 2023. Con me doveva venire un amico del Madagascar. Lui mi chiese espressamente come favore quello di fargli incontrare Bergoglio. Io gli dissi di si e mi misi in moto per organizzare l’incontro a Roma. Il giorno stabilito ricevetti prima una telefonata in cui mi dissero che il pontefice aveva una giornata molto impegnata e non avrebbe potuto ricevere me e il mio amico se non dopo qualche ora. Nel pomeriggio, un’altra telefonata: “Al Bano mi dispiace ma oggi non è proprio possibile siamo costretti a rimandare”. Ma non mi sono fermato e sono andato direttamente in Vaticano dove ci hanno fermato perché ovviamente non avevamo nessun appuntamento. Poi la volta, ci è venuta a prendere una macchina e abbiamo incontrato finalmente il papa che ci stava aspettando. Si è fatto le foto con noi ed è stato molto simpatico e allegro. Pensi che ci ha anche raccontato diversi aneddoti della sua giovinezza».

Un piccolo esempio?

«Ci ha parlato della sua infanzia in Piemonte, e che conosceva molto bene il dialetto di quella regione, solo che, come tutti quelli che imparano una lingua diversa da quella madre, aveva imparato proprio con le “brutte parole”. Ci invitava sempre a sorridere ed è stato profondamente umano in tutte le sue esternazioni ed espressioni. E poi, mi permetta di sottolineare che era un grande amante della musica e ogni volta che si cantava per lui era meraviglioso. La sua morte è una grande perdita per tutto il mondo cattolico e cristiano, ci ha insegnato tanto, soprattutto a perseguire la pace e ha avuto la grande forza di combattere tutto ciò che nel mondo c’è di negativo».

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