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Palestina, Parigi va avanti. E Trump attacca Macron: «Lui non conta nulla»

Di fronte alle critiche di Israele e Stati Uniti, la Francia di Emmanuel Macron tira dritto sulla decisione di riconoscere lo Stato palestinese nella prossima assemblea generale dell’Onu a settembre, diventando il 148esimo Paese a farlo. «Non è un favore a Hamas, anzi dà torto ai terroristi e ragione ai palestinesi che hanno scelto il dialogo e la pace».

Le critiche

Il più sferzante è stato Donald Trump che interpellato sull’argomento prima di volare in Scozia ha tagliato corto: «Quello che dice Macron non importa, non ha alcun peso». Per poi aggiungere, tuttavia, che «è un bravo ragazzo». A definire in termini più concreti la posizione degli Stati Uniti il segretario di Stato Marco Rubio che su X ha spiegato: «Questa decisione sconsiderata non fa che alimentare la propaganda di Hamas e ostacola la pace. È uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre». Tesi respinta dal ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot che ha ribadito come la soluzione a due Stati sia «l’unica via per una pace duratura». In una telefonata con l’omologa canadese Anita Anand, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha accusato Hamas di aver ostacolato i colloqui per la tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. «Gli attacchi diplomatici a Israele in questo periodo delicato per i negoziati incoraggiano Hamas a inasprire le sue posizioni», ha dichiarato Sa’ar ad Anand, secondo quanto riportato da un comunicato israeliano. Sa’ar ha scritto su X di aver riferito ad Anad che Israele ha accettato il quadro proposto dall’inviato speciale statunitense Steve Witkoff, mentre «Hamas ha ostinatamente inasprito la sua posizione».

L’appoggio

A plaudire all’iniziativa di Parigi sono state invece Russia e Cina, così come l’Arabia Saudita che con la Francia presiederà la prossima settimana una riunione a New York sulla soluzione dei due Stati, già prevista lo scorso giugno ma rinviata a causa dell’attacco israeliano all’Iran. Cauti sull’argomento si sono mostrati gli stretti alleati di Macron – il tedesco Friedrich Merz e il britannico Keir Starmer – che, pur senza criticare la fuga in avanti di Parigi, hanno fatto sapere di ritenere prematuro il riconoscimento dello Stato di Palestina. I leader di Francia, Germania e Regno Unito si sono poi sentiti nel pomeriggio di ieri in una chiamata che non aveva la questione all’ordine del giorno, ma che puntava a incalzare Israele affinché ponga “subito” fine alla “catastrofe umanitaria in corso e apra la Striscia all’afflusso di aiuti”.

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