L’inchiesta sulla Palazzopoli di Milano si allarga, dopo che il sindaco, Sala ha dichiarato di aver saputo solo dai giornali che era stato indagato, il caso – oltre che giudiziario – diventa politico. C’è chi ne chiede le dimissioni e chi lo difende. Lui tiene. Ma è dura. Dopo una giornata in cui ha affermato di essere stato anche lasciato solo dai suoi, (il riferimento è al partito), ieri ha ricevuto una telefonata dalla segretaria, Elly Shlein.
«Siamo vicini»
«Le notizie sull’indagine di Milano non ci lasciano indifferenti e chiedono attenzione. Anche per noi e’ importante capire bene i contorni precisi di questa vicenda. Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura, che dovra’ accertare se ci sono state delle responsabilita’ penali individuali. Noi seguiremo con attenzione gli sviluppi», afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein. «Al contempo ribadiamo che il Pd e’ al fianco del sindaco Sala, che ho sentito per esprimergli direttamente la nostra vicinanza, e continua a sostenere il lavoro che l’amministrazione fara’ nei prossimi due anni per affrontare le grandi sfide che ha di fronte la citta’, dall’abitare alla transizione ambientale che va tenuta sempre insieme all’inclusione sociale e all’accessibilita’. Con piena consapevolezza che oggi queste sfide – sottolinea la leader dem – sono diventate piu’ pressanti e urgenti e richiedono segnali di innovazione e cambiamento. Il Pd di Milano dara’ il suo massimo contributo e supporto al sindaco in questa direzione».
Il richiamo a Toti
Intanto il sindaco di Milano prova a tenere i nervi saldi, anche se non è facile. Sopratutto perchè se il Pd lo difende, dall’altro lato l’ opposizioni attaccano: «Il campo largo a Genova si schierò subito per la condanna di Giovanni Toti, sperando anche di lucrare una vittoria politica. A Milano è andato in scena un altro film. Giorgia Meloni, Guido Crosetto e tanti altri esponenti di centro destra hanno assunto posizioni garantiste. Una lezione di civiltà politica che la sinistra dovrebbe imparare», afferma la deputata di Forza Italia e vice responsabile del dipartimento Esteri Isabella De Monte. La Russa di FdI invece attacca: «Se Sala non vuole dimettersi, provi di avere i numeri». Prende le difese di Sala anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana «Anch’io sono stato indagato e ho scoperto dai giornali certe cose che riguardavano la mia vicenda che io non sapevo e che sono dovuto andare a ricostruire, non è sicuramente qualcosa di molto corretto», così, intervistato a Radio Anch’io, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha commentato le parole del sindaco Giuseppe Sala che nei giorni scorsi ha dichiarato di aver saputo da un giornale di essere indagato nell’inchiesta della Procura sull’urbanistica.
L’inchiesta
Intanto l’inchiesta si allarga, ed esce fuori che nel 2021 l’Anac chiese informazioni al Comune di Milano per verificare la posizione dell’allora neo assessore all’urbanistica ed architetto Giancarlo Tancredi in merito ad eventuali conflitti di interesse, ma dai responsabili dell’amministrazione fu risposto – attraverso una documentazione – che quest’ultimo si era messo in aspettativa prima della nomina: per cui non sussistevano profili di inconferibilità e incompatibilità della carica. Per questo motivo la vicenda venne chiusa con una nota al responsabile prevenzione della corruzione del Comune, affinché monitorasse l’eventuale integrazione di fattispecie di incompatibilità. Tancredi è attualmente coinvolto nell’inchiesta di Milano per il quale sono stati chiesti i domiciliari.