Al via a Riad l’incontro fra delegazioni di Russia e Stati Uniti per avviare colloqui sul miglioramento delle relazioni fra i due Paesi e sulla fine della guerra in Ucraina. Al Diriyah Palace di Riad, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha incontrato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov . L’incontro segna un altro passo fondamentale dell’amministrazione Trump per invertire la politica Usa di isolamento della Russia e intende spianare la strada a un incontro fra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin.
All’incontro non partecipano rappresentanti dell’Ucraina: ieri il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che il suo Paese non accetterà il risultato se Kiev non parteciperà a colloqui relativi alla fine della guerra.
Tajani: «La pace non si farà senza Europa e Kiev»
«L’Europa e l’Ucraina dovranno far parte della trattativa finale con la Russia per un semplice motivo, che l’Italia e tutta l’Europa hanno imposto delle sanzioni alla Russia dopo l’aggressione che ha fatto all’Ucraina in violazione del diritto internazionale». Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, ospite di Radio anch’io su Rai Radio 1.
«Questo è il punto, essendo titolari di sanzioni, e sul tavolo della trattativa ovviamente finiranno anche quelle, non ci può non essere chi decide se vanno levate», ha detto Tajani.
«Io sono assolutamente convinto che senza l’Europa che deciderà se mantenere o meno le sanzioni alla Russia non si possa arrivare a un accordo di pace e non si può arrivare anche senza l’Ucraina, perché poi sono gli ucraini a combattere sul terreno», ha dichiarato ancora il titolare della Farnesina, «certamente gli Stati Uniti sono stati il principale sostenitore dell’Ucraina, lasciamo perdere che hanno un altro presidente, ma fino a oggi sono coloro che aiutano più di ogni altro l’Ucraina, quindi hanno ovviamente la più importante voce in capitolo nel confronto con i russi che sono gli aggressori dell’Ucraina, questo è normale».
Verso l’incontro tra Trump e Putin
Si tratta dell’incontro più significativo dall’invasione russa dell’Ucraina quasi 3 anni fa, il 24 febbraio del 2022, e punta a spianare la strada a un incontro fra il presidente Usa Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Per la Russia partecipano il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il consigliere di Putin per gli affari esteri Yuri Ushakov, che sono arrivati nella capitale saudita lunedì sera. Ushakov ha dichiarato che i colloqui saranno “puramente bilaterali” e non includeranno funzionari ucraini. Per gli Stati Uniti, invece, partecipano il segretario di Stato americano Marco Rubio, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e l’inviato speciale Steve Witkoff.
Il recente ‘blitz diplomatico’ degli Stati Uniti sulla guerra – con Trump che all’inizio del mese ha stravolto la politica Usa su Ucraina e Russia affermando che lui e Putin avevano concordato di avviare negoziati sulla fine del conflitto – ha fatto sì che Kiev e i principali alleati si affannassero per assicurarsi un posto al tavolo, nel timore che Washington e Mosca potessero portare avanti un accordo non favorevole per loro. Per ieri il presidente francese Emmanuel Macron aveva convocato una riunione d’emergenza di alcuni Paesi dell’Ue e Regno Unito per decidere come rispondere.
Cremlino: «Putin pronto a negoziare con Zelensky se necessario»
Il presidente russo, Vladimir Putin, «ha ripetutamente detto che, se necessario, è pronto a negoziare con Zelensky». Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. «Allo stesso tempo, la registrazione legale degli accordi è oggetto di una seria discussione, tenendo conto della realtà che parla della possibilità di contestare la legittimità dello stesso Zelensky. Anche Putin ha fatto ripetutamente dichiarazioni in merito», ha aggiunto il portavoce.
Gli incontri «non produrranno alcun risultato» senza funzionari ucraini
Come già annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato lunedì che il suo Paese non accetterà il risultato se Kiev non parteciperà ai negoziati: i colloqui fra Stati Uniti e Russia «non produrranno alcun risultato» senza i funzionari ucraini, ha dichiarato durante una teleconferenza con i giornalisti dagli Emirati Arabi Uniti.
Per l’Arabia Saudita, i colloqui costituiscono un passo importante verso un obiettivo che il leader de facto, il principe ereditario Mohammed bin Salman, ha perseguito per tutta la durata della guerra: mettere il regno al centro dei negoziati diplomatici. Ha aiutato nei negoziati sui prigionieri e ha ospitato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per un vertice della Lega Araba nel regno nel 2023.
Zelensky in Arabia Saudita
Zelensky dovrebbe arrivare in Arabia Saudita mercoledì, ma ha precisato che questo viaggio non è correlato ai colloqui programmati tra Stati Uniti e Russia. Per il principe saudita, una volta descritto come un ‘paria’ dall’ex presidente Joe Biden per l’uccisione nel 2018 del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi, ospitare questi colloqui Usa-Russia riscrive l’immagine che l’Occidente ha di lui.
In vista del vertice, il quotidiano saudita Okaz ha descritto il momento come «l’occhio del mondo su Riad». Scrivendo sul quotidiano Asharq Al Awsat, con sede a Londra ma di proprietà saudita, il giornalista Mishari al-Dhaidi ha descritto il vertice come «un passo importante nell’arena degli scacchi politici internazionali, che rivela lo status dell’Arabia Saudita e la sua influenza positiva a beneficio di tutto il popolo». Il principe ha inoltre mantenuto strette relazioni con la Russia durante la sua guerra contro l’Ucraina, sia attraverso il cartello petrolifero OPEC+ che a livello diplomatico.
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