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Orban a Roma: incontro con Meloni e Papa, tra diplomazia, sanzioni e critiche da +Europa

Il primo ministro ungherese Viktor Orban è stato oggi in visita ufficiale a Roma, accolto a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dopo il picchetto d’onore e l’esecuzione degli inni nazionali, i due leader hanno tenuto un incontro bilaterale senza dichiarazioni alla stampa, con al centro il futuro dell’economia europea e gli sforzi dell’Ungheria per «rimanere fuori dalla febbre della guerra» che si diffonde a livello globale, come sottolineato dallo stesso Orban.

In mattinata, il premier magiaro è stato ricevuto in Vaticano da papa Leone XIV, incontrando anche il cardinale Pietro Parolin e monsignor Paul Richard Gallagher. Orban ha evidenziato il suo impegno pacifista e la volontà di preservare la pace, ribadendo che l’Europa è «fuori dai giochi» nei conflitti internazionali e dichiarando l’intenzione di incontrare Donald Trump per discutere delle sanzioni alla Russia.

Il viaggio italiano ha suscitato reazioni contrastanti. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito l’Ungheria «un paese amico» e ha sottolineato che ricevere Orban non rappresenta una contraddizione con l’impegno europeista dell’Italia. Diversa la reazione di +Europa, che ha organizzato un flash mob davanti a Palazzo Chigi, chiedendo di «mettere il veto a Orban» e denunciando la «democrazia illiberale» perseguita dal premier magiaro.

La visita ha incluso anche un incontro con il Sovrano Militare Ordine di Malta, dove il Gran Maestro Fra’ John Dunlap e il Gran Cancelliere Riccardo Paternò di Montecupo hanno confermato l’eccellente stato dei rapporti tra Ungheria e Ordine, con un’intensa collaborazione in campo umanitario.

La giornata romana di Orban evidenzia ancora una volta il suo approccio internazionale: dialogo con leader e istituzioni, critiche alle politiche dell’UE e interesse a mediare direttamente con Stati Uniti e Russia, mentre in Italia si accende il dibattito tra sostenitori di un confronto diplomatico e chi denuncia rischi per la democrazia europea.

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