Indagato per la seconda volta per l’omicidio di Chiara Poggi, Andrea Sempio si è sottoposto al prelievo del Dna. Questa mattina, il 37enne, accompagnato dal suo legale Massimo Lovati, alle caserma dei carabinieri Montebello a Milano, si è sottoposto al test perché indagato per la seconda volta per l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco del 13 agosto 2007.
C’è una consulenza genetica della difesa di Alberto Stasi, condannato per il delitto, e un incarico della Procura di Pavia ai propri consulenti di «analizzare le conclusioni» del documento con cui ritengono «uno dei cinque aplotipi», quello dell’allora 19enne amico del fratello Marco Poggi, «compatibile» con le tracce presenti sui 9 margini delle unghie della 26enne uccisa con un oggetto contundente, mai identificato e trovato.
Secondo la difesa di Sempio le indagini sono frutto di una macchinazione
«L’indagine del 2017 è stata frutto di una macchinazione, organizzata dagli investigatori dello studio degli avvocati difensori di Stasi, che clandestinamente hanno preso il Dna di Andrea». Lo ha detto Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, all’uscita dalla caserma dei Carabinieri dove in mattinata il 37enne si è sottoposto al test salivare del Dna.
Andrea non aveva nessun rapporto con Chiara
«La procura dice così perché qualcuno ha rimestato sotto. Il ragazzo è tranquillo perché è innocente. Non si è sottoposto volontariamente perché volevamo l’ordinanza del gip, una persona terza. Andrea è innocente, non c’entra niente. Non aveva nessun rapporto con Chiara. Nelle telefonate lui cercava l’amico Marco, non Chiara, non sapeva che fosse partito, altrimenti non avrebbe telefonato. Anche lo scontrino sono cose superate, già archiviate. È stato tutto frutto di una macchinazione, non vorrei che lo sia ancora dopo otto anni». Lo ha detto Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, all’uscita dalla caserma dei Carabinieri dove in mattinata il 37enne si è sottoposto al test salivare del Dna, rispondendo a chi gli chiede perché la Procura sostenesse che il Dna di Sempio fosse compatibile con quello ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi.
Il legale di Sempio: «Collaboreremo»
Andrea Sempio è uscito dopo un’ora dalla caserma dei Carabinieri Montebello a Milano, dopo essersi sottoposto al test salivare. Assediato dai cronisti, non ha rilasciato dichiarazioni ma la sua legale Angela Taccia ha detto: «Collaboreremo, siamo sereni non abbiamo nulla da tenere».
La battaglia legale
Dopo una battaglia legale a colpi di istanze e ricorsi con l’ufficio Gip del tribunale pavese, che per due volte nel 2024 ha negato la riapertura dell’inchiesta sull’impiegato 37enne già archiviato nel 2017 perché gli inquirenti dell’epoca definirono quelli a suo carico a “fatica” degli “indizi”, la pm Valentina De Stefano e l’aggiunto Stefano Civardi hanno ottenuto prima dalla Cassazione la riapertura e ora dal giudice la convocazione coatta per il test genetico. E’ la seconda volta in 8 anni che i difensori di Stasi, prima con lo studio del professor Fabio Giarda e oggi con i legali Giada Bocellari e Antonio De Rensis, indicano nel 37enne Sempio la pista alternativa alla colpevolezza del proprio assistito.