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Omicidio di Garlasco, “Andrea aiutami”: la chiamata diretta forse a Sempio ore dopo il delitto

Nonostante siano passati 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella propria casa di Garlasco, continuano a spuntare fuori nuovi elementi non presi in considerazione nel primo filone di indagine. In particolare questo nuovo elemento potrebbe aprire nuovi scenari nelle indagini in corso. Nonostante sia arrivata la condanna definitiva per l'ex fidanzato…

Nonostante siano passati 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella propria casa di Garlasco, continuano a spuntare fuori nuovi elementi non presi in considerazione nel primo filone di indagine. In particolare questo nuovo elemento potrebbe aprire nuovi scenari nelle indagini in corso.

Nonostante sia arrivata la condanna definitiva per l’ex fidanzato della vittima, Alberto Stasi, la cosiddetta “prova regina” che proverebbe la sua presenza sulla scena del crimine al momento del delitto è sempre mancata. Persino le diverse comparazioni di dna, si sono sempre dimostrati inconcludenti.

Eppure la svolta arriva da una chiamata piuttosto breve fatta a poche ore dal ritrovamento del cadavere di Chiara Poggi. «Andrea Aiutami». Due parole pronunciate in una strana telefonata, rimaste in un vecchio verbale, ora nuovamente sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti.

Se all’epoca del delitto di Garlasco quella misteriosa circostanza non fu presa in considerazione, perché la pista Stasi sembrava la più promettente, oggi, che per l’omicidio di Chiara Poggi il nuovo indagato è tornato Sempio, (dopo una prima sortita tra il 2015 e il 2017), la chiamata si fa più “pesante” proprio perché Andrea è il nome dell’amico del fratello della vittima.

La chiamata è stata fatta a un conoscente della vittima che, come scritto nel rapporto raccontò la sua versione agli inquirenti: «Ricordo che il 13 agosto 2007 verso le 15.30-16 ho ricevuto sul mio cellulare una telefonata con numero privato – mette a verbale il teste – Ho aperto la comunicazione e ho sentito una voce femminile che, disperata, diceva direttamente: “È morta… aveva solo 25 anni, era a casa da sola”. Non avendo riconosciuto subito la voce, ho chiesto chi parlava e solo allora ho sentito la frase: “Andrea, aiutami”. Rispondevo che non ero Andrea ma Alessandro e chiedevo chi fosse al telefono…».ù

Tale Alessandro ha poi rivelato ai carabinieri l’identità dell’interlocutrice, mostrando il carteggio intercorso tra i due dopo questa chiamata (in cui lei si scusava per averlo chiamato, oltre ad altre telefonate ricevute fino a sera che lo avevano infastidito.

Il significato di quella telefonata non è mai stato approfondito. Solo una settimana prima era stato convocato Andrea Sempio per chiarire come mai avesse fatto tre telefonate a casa Poggi nei giorni successivi alla partenza per le vacanze del suo amico Marco, fratello della vittima.

Lui spiegò che si trattava di un semplice errore, avendo memorizzato in rubrica sia il numero di casa che quello del cellulare di Marco. Tuttavia, non fu mai collegato all’Andrea destinatario dell’accorata richiesta di aiuto né riconvocato fino al 4 ottobre 2008, quando consegnò agli inquirenti lo scontrino di un parcheggio di Vigevano delle 10.18, considerato il suo alibi fino a quando l’orario del delitto fu anticipato tra le 9.12 e le 9.35 nel processo d’appello bis che condannò Alberto Stasi.

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