Ancora guai per la Carapelli Firenze spa, azienda olearia condannata dal tribunale del capoluogo toscano – che ha confermato la sanzione del Ministero delle Politiche agricole – perché l’olio venduto in Francia come “extravergine” in realtà sarebbe stato olio semplice.
La vicenda risale al 2017, quando le autorità francesi segnalarono alle autorità italiane la non conformità di un lotto di olio Carapelli venduto come extravergine. Gli ispettori ministeriali italiani, dopo aver effettuato dei prelievi e averli analizzati in un laboratorio specializzato, confermarono l’irregolarità del prodotto.
La Carapelli ha contestato i risultati delle analisi e le normative applicate, ma il tribunale di Firenze ha respinto il ricorso, confermando la sanzione di 230mila euro e condannando l’azienda al pagamento di 14mila euro di spese legali.
Secondo i giudici, le analisi effettuate nel laboratorio di Perugia hanno confermato quanto rilevato in Francia: l’olio in questione presentava un “difetto di rancido” che lo rendeva non conforme alla categoria “extravergine”.
Non è la prima volta che Carapelli finisce sotto accusa per la qualità del suo olio. Già nel 2010, uno studio dell’Università della California aveva rilevato che il loro olioextra vergine era etichettato in modo errato. Nel 2016, l’Antitrust aveva multato l’azienda per pubblicità ingannevole e pratica commerciale scorretta, sempre per un caso simile.