L’Italia chiude il secondo trimestre 2025 con segnali positivi sul fronte del lavoro. Secondo i dati diffusi dall’Istat, gli occupati sono 24 milioni e 169mila, in aumento di 226mila unità rispetto allo stesso periodo del 2024 (+0,9%). Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni raggiunge il 62,6%, stabile rispetto al trimestre precedente ma in crescita di 0,4 punti su base annua.
La dinamica occupazionale è sostenuta soprattutto dall’aumento degli indipendenti (+74mila in tre mesi, +150mila in un anno) e dei dipendenti permanenti (+296mila in dodici mesi). Continua invece la contrazione dei contratti a termine (-221mila in un anno), in calo per l’undicesimo trimestre consecutivo. A trainare la crescita sono il tempo pieno (+476mila occupati) e le regioni meridionali, che registrano il livello più alto di occupazione dal 2004.
«Abbiamo avuto il coraggio di dire basta alla stagione dell’assistenzialismo, scegliendo di credere nelle energie e nelle potenzialità del Sud» ha commentato la premier Giorgia Meloni, sottolineando come gli investimenti in infrastrutture e lavoro abbiano favorito la ripresa del Mezzogiorno.
Le posizioni lavorative dipendenti crescono dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, con un aumento più marcato per il part time. In calo invece le posizioni in somministrazione (-3,6% su base annua), mentre proseguono quelle con contratto intermittente (+6,1%).
Il tasso di disoccupazione si attesta al 6,6% nel secondo trimestre, per poi scendere al 6,0% a luglio, minimo degli ultimi anni. In parallelo cala il numero degli inattivi, che scende a 12,2 milioni (-150mila in un anno).
Complessivamente, il mercato del lavoro conferma un trend di consolidamento, pur con alcune fragilità legate al calo del lavoro a termine e alle ore lavorate. Per il governo, però, la direzione è chiara: «La strada è giusta – ha ribadito Meloni – e continueremo a percorrerla per costruire un’Italia in cui tutti abbiano le stesse opportunità».