Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature getta nuova luce sul complesso rapporto tra obesità e abitudini alimentari, rivelando un meccanismo biologico sorprendente.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le persone affette da obesità tendono ad assumere grandi quantità di cibo senza però trarne lo stesso piacere sperimentato da chi ha un peso nella norma.
Questa “anestesia del gusto“, secondo la ricerca, sarebbe innescata dal consumo prolungato di cibi ipercalorici, che alterano la produzione di un neurotrasmettitore chiave nel cervello: la neurotensina.
Il ruolo della neurotensina
La neurotensina, un piccolo frammento di proteina, svolge un ruolo cruciale nel modulare il sistema dopaminergico, il circuito cerebrale responsabile delle sensazioni di piacere. Un calo dei livelli di neurotensina, causato da una dieta ricca di grassi, inibisce la produzione di dopamina, smorzando il piacere derivante dal cibo.
Questo meccanismo paradossale, come sottolinea Stephan Lammel, uno degli autori dello studio, potrebbe in realtà contribuire all’aumento di peso, poiché la mancanza di gratificazione spinge a consumare quantità maggiori di cibo per compensare.
Esperimenti sui topi confermano l’ipotesi
Gli esperimenti condotti sui topi hanno fornito prove concrete di questa teoria. I roditori alimentati con una dieta ad alto contenuto di grassi mostravano una minore propensione a consumare dolci e cibi ipercalorici rispetto ai topi con un’alimentazione normale.
Tuttavia, quando i livelli di neurotensina venivano ripristinati, attraverso interventi dietetici o genetici, i topi obesi riacquistavano l’interesse per il cibo “spazzatura” e, allo stesso tempo, mostravano miglioramenti nel peso, nell’umore e nella mobilità.
Nuove prospettive terapeutiche
Questi risultati aprono la strada a nuove strategie terapeutiche per il trattamento dell’obesità. La comprensione dei meccanismi che regolano la produzione di neurotensina potrebbe portare allo sviluppo di farmaci in grado di ripristinare i livelli di questo neurotrasmettitore, aiutando le persone obese a ritrovare il piacere nel cibo sano e a controllare il proprio peso.
La ricerca futura si concentrerà sull’identificazione dei fattori che influenzano la neurotensina e sulle conseguenze della sua azione, con l’obiettivo di tradurre queste scoperte in terapie efficaci per l’uomo.