La guerra a Gaza non conosce la parola fine. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito che l’offensiva proseguirà, definendo l’Iran una minaccia globale, mentre in Israele decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Tel Aviv chiedendo un accordo per il rilascio degli ostaggi.
Il bilancio delle vittime cresce di ora in ora: secondo il ministero della Salute di Gaza, guidato da Hamas, sono 22 i morti nell’attacco all’ospedale Nasser di Khan Younis, mentre altre 21 persone hanno perso la vita dall’alba nei raid israeliani. Alla crisi umanitaria si somma la carestia: nelle ultime 24 ore altri due bambini sono morti per fame, portando a 313 le vittime della denutrizione, di cui 119 minori.
Il fronte regionale resta caldo: sei soldati siriani sono stati uccisi in un attacco israeliano a Sud di Damasco, mentre in Libano l’inviato Usa Tom Barrack ha interrotto la visita a causa delle proteste contro le pressioni per il disarmo di Hezbollah. Intanto l’Onu denuncia quasi mille morti in Cisgiordania dall’ottobre 2023 e oltre 42mila sfollati.
Papa Leone XIV ha lanciato un nuovo appello chiedendo il cessate il fuoco, la tutela dei civili e il rispetto del diritto umanitario. Parole che si aggiungono a quelle dei Patriarchi di Gerusalemme, che hanno rifiutato lo sfollamento forzato dei palestinesi. Anche la premier italiana Giorgia Meloni ha definito «ingiustificabile» l’uccisione di giornalisti e ha chiesto a Israele di fermare attacchi e colonie.
Un richiamo severo è arrivato dal presidente francese Emmanuel Macron, che in una lettera a Netanyahu ha avvertito che la rioccupazione di Gaza e gli sfollamenti forzati isolerebbero Israele, alimentando tensioni e antisemitismo. Mentre padre Gabriel Romanelli, parroco a Gaza, racconta la sofferenza di 450 rifugiati accolti nella sua parrocchia, la guerra sembra ancora lontana dalla fine.