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Notte serena per il papa, al Giubileo l’appello agli artisti: «In un’epoca di muri costruite ponti»

Terzo giorno di ricovero per papa Francesco, una notte tranquilla per il pontefice al Gemelli di Roma. Salta l'Angelus ma per migliaia di pellegrini che si sono radunati in piazza San Pietro in occasione della messa del Giubileo degli Artisti, il cardinale José Tolentino de Mendonça ha letto l’omelia, scritta dal Santo Padre, in Basilica di…

Terzo giorno di ricovero per papa Francesco, una notte tranquilla per il pontefice al Gemelli di Roma. Salta l’Angelus ma per migliaia di pellegrini che si sono radunati in piazza San Pietro in occasione della messa del Giubileo degli Artisti, il cardinale José Tolentino de Mendonça ha letto l’omelia, scritta dal Santo Padre, in Basilica di San Pietro.

Nel suo messaggio, papa Francesco ha rivolto un appello agli artisti, descrivendoli come «custodi della bellezza» capaci di ascoltare e lenire le ferite del mondo. «Cari artisti, vedo in voi chi sa chinarsi sulle ferite della società, capace di dare voce ai poveri, ai sofferenti, ai perseguitati. In un’epoca in cui le differenze rischiano di dividere anziché arricchire, siete chiamati a costruire ponti, a creare spazi di incontro e dialogo, a illuminare cuori e menti».

L’arte va oltre la creazione estetica

Il pontefice ha sottolineato che l’arte va ben oltre la semplice creazione estetica: «L’arte non è un lusso, ma una necessità dello spirito. Essa rivela verità e bontà nascoste nelle pieghe della storia, trasformando il dolore in speranza. Non si tratta di una fuga facile o disincarnata, bensì di una responsabilità che educa alla bellezza e, di conseguenza, alla speranza».

In un contesto segnato da crisi economiche, sociali e, soprattutto, spirituali, il Papa ha ricordato che la vera speranza nasce proprio dall’impegno nell’affrontare il dramma dell’esistenza. «L’artista deve aiutare l’umanità a non perdere la direzione. La vera speranza non è un rifugio comodo, ma un fuoco che illumina, simile alla Parola di Dio. È un incontro con il mistero, con il dolore e con una verità che chiama».

Concludendo il suo appello, papa Francesco ha esortato gli artisti a riconoscere la differenza tra ciò che è effimero e ciò che, invece, radica saldamente nella storia e nella cultura, paragonando l’arte autentica a un albero robusto, capace di dare frutto lungo i corsi d’acqua del tempo.

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