L’incontro con il ministro Carlo Nordio «è stato di franco confronto con l’aspettativa di avviare un dialogo costruttivo sui temi dell’efficienza. Poiché nessuna interlocuzione può essere proficua, se manca la condizione fondamentale del reciproco rispetto. Confidiamo che finalmente cessino offese e toni di scherno verso l’Associazione nazionale magistrati. Abbiamo esposto alcune criticità del sistema giudiziario, come le disfunzioni degli applicativi informatici, le carenze degli organici di magistrati e personale amministrativo, la parziale stabilizzazione degli Uffici per il processo, le preoccupazioni per le conseguenze della nuova causa dell’improcedibilità nel processo di appello, il sovraffollamento carcerario, la razionalizzazione delle circoscrizioni giudiziarie».
È quanto afferma la Giunta esecutiva dell’Anm in merito all’incontro che si è svolto in Via Arenula martedì scorso con il guardasigilli, con risultati per un verso positivi, mentre restano le divergenze anche aspre su alcuni temi come la riforma costituzionale.
Le aperture dell’Anm
«Con favore registriamo che il Ministro si sta adoperando per aprire sei nuove residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza per imputati con problemi psichiatrici – aggiungono i togati – Così pure apprezziamo l’attenzione mostrata sulla necessità di modifiche al disegno di legge sul femminicidio. I magistrati aggiungono tuttavia che: «Su altre questioni da noi segnalate dobbiamo constatare che il Ministro, pur consapevole della loro centralità e della correttezza dei dati posti a fondamento delle nostre richieste, non ha assunto impegni concreti, adducendo che l’amministrazione non ha le risorse necessarie per effettuare gli interventi indicati, sebbene sia pronto a realizzare una riforma costituzionale dai non trascurabili costi di attuazione che non servirà ad ottenere processi più rapidi. Tale posizione è però motivo di rammarico, perché conferma il timore che a livello politico non esiste la volontà di dare ai problemi della giustizia ed alla tutela dei diritti fondamentali il rilievo che dovrebbero avere in ogni democrazia evoluta, con il rischio di far ricadere ancora una volta sui magistrati la responsabilità di ritardi e disservizi che non sono ad essi in alcun modo imputabili».
Sovraffollamento carcerario
Pertanto, conclude l’Anm «esprimiamo rincrescimento perché non c’è la volontà politica di adottare interventi straordinari ed immediati che pongano rimedio alla drammatica situazione del sovraffollamento carcerario, nonostante la consapevolezza che ciò possa tradursi nella lesione dei diritti fondamentali dei detenuti».