Maria Corina Machado è arrivata a Oslo, accolta da una folla che l’ha salutata mentre si affacciava dal balcone del suo hotel nel centro della capitale norvegese. La leader dell’opposizione venezuelana non aveva fatto in tempo a partecipare alla cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace, ma la sua presenza – tanto attesa quanto incerta fino all’ultimo – ha assunto un valore simbolico potentissimo.
Il premio è stato ritirato dalla figlia, Ana Corina Sosa Machado, che ha letto il discorso preparato dalla madre e ne ha evocato le parole: «La democrazia è essenziale per la pace». La giovane ha ricordato come la libertà sia una scelta quotidiana, mai garantita, e come il popolo venezuelano stia ancora percorrendo una lunga marcia per riconquistare i propri diritti.
Un audio diffuso dal Nobel Institute ha confermato che Machado, in viaggio verso Oslo, ha affrontato ostacoli e rischi significativi per lasciare il suo Paese. «Vi racconterò cosa abbiamo dovuto affrontare e quante persone hanno rischiato la vita per permettermi di arrivare qui», ha dichiarato, sottolineando il senso collettivo del riconoscimento.
Durante la cerimonia, il presidente del Comitato Nobel Jorgen Watne Frydnes ha lanciato un appello diretto al presidente venezuelano Nicolás Maduro: «Accetti i risultati delle elezioni e si dimetta». Parole nette, accompagnate dal riconoscimento del coraggio mostrato dall’opposizione venezuelana.
Il discorso letto da Ana Corina Sosa Machado ha ripercorso la deriva autoritaria vissuta dal Venezuela e il risveglio di una generazione che aveva creduto la libertà un fatto permanente. «La democrazia si indebolisce quando i cittadini dimenticano che la libertà è qualcosa che diventiamo», ha affermato.
Con il suo arrivo a Oslo, Machado ribadisce che la lotta del popolo venezuelano non è isolata né dimenticata. Il Nobel 2025 celebra non solo una figura politica, ma un intero Paese che reclama il proprio futuro.
