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Cronaca Italia

Neonazisti arrestati, nel mirino anche la premier Meloni: «Una fascista che perseguita i fascisti»

Giovani, anziani, impiegati, liberi professionisti e persone che nel quotidiano passerebbero inosservate. Hanno tra i 19 e i 76 anni ed erano pronti a commettere atti di sabotaggio per sovvertire l’attuale ordinamento italiano per l’instaurazione di uno Stato etico e autoritario incentrato sulla razza ariana e che aveva in progetto azioni violente nei confronti delle alte cariche delle istituzioni. Per gli investigatori uno degli obiettivi era anche la premier Giorgia Meloni: “una fascista che perseguita i fascisti” l’avrebbero definita. Sono 12 i membri del gruppo suprematista e neonazista ribattezzatosi “Werwolf Division” arrestati dalla polizia, su disposizione del gip di Bologna, che avevano aderito a quella che gli inquirenti hanno definito un’organizzazione terroristica, con piena capacità operativa e in grado di fare affidamento sull’operato dei cosiddetti “lupi solitari” (agenti in grado di agire senza il supporto di complici) sia di cellule fondamentaliste.

Le indagini della Digos

I provvedimenti che hanno colpito i membri della “Werwolf Division” arrivano al termine di una complessa attività investigativa, svolta negli ultimi due anni dalle Digos di Napoli e Bologna. Alle indagini hanno partecipato anche l’unità di contrasto all’estremismo e terrorismo interno della direzione centrale della Polizia, sotto la direzione delle Dda delle Procure di Napoli e Bologna. L’inchiesta è partita dalla scoperta di contatti tra alcuni dei vertici dell’organizzazione con i leader di un’altra associazione sovversiva di stampo negazionista e suprematista denominata “Ordine di Hagal”, attiva sul territorio nazionale e disarticolata poi a fine 2022, sempre grazie all’operato della Digos napoletana.

L’organizzazione

Il nome dell’organizzazione richiama le unità naziste, costituite negli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale, specializzate in atti di sabotaggio e di guerriglia contro le forze aglo-americane. La “divisione” si era organizzata con una struttura apicale di stampo militare: dal comandante, all’editore fino all’Istruttore. Le sue attività comprendevano anche propaganda e reclutamento di “nuovi uomini e donne pronti alla rivoluzione” sia attraverso social e chat istantanee che non nascondevano affatto le insegne e le finalità del gruppo. Al suo interno poi sarebbe nato il “Movimento Nuova Alba”, più ristretto e dedicato a coloro che prendevano parte al progettare le rappresaglie e alla formazione di “guerrieri”. Nel corso delle indagini è stato rinvenuto dalla Digos un volantino che circolava in Emilia Romagna, raffigurante l’immagine di un uomo con la maschera con il teschio, armato e affiancato dal simbolo nazista del sole nero e la citazione dell’estremista di Dominique Venner: “Nulla sara’ compiuto finche’ i germi del regime (liberale) non saranno sradicati fino all’ultima radice. Per questo bisogna distruggere la sua organizzazione politica, abbattere i suoi idoli e i suoi dogmi, eliminare i suoi padroni noti e quelli occulti, mostrare al popolo come e’ stato tradito, sfruttato e insozzato. Infine, ricostruire”.

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