I carabinieri di Reggio Calabria, con il supporto di altre sedi italiane, hanno eseguito 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di soggetti già ai domiciliari, nell’ambito dell’operazione “Eureka” contro la ‘Ndrangheta. Il provvedimento segue la sentenza di primo grado pronunciata il 1° ottobre dal Tribunale di Reggio Calabria, che ha condannato 76 dei 83 imputati coinvolti nel processo, assolvendone 7.
La Procura Distrettuale Antimafia aveva richiesto l’aggravamento della misura cautelare per 23 condannati. L’operazione originaria, avviata il 3 maggio 2023, aveva portato all’arresto di 108 persone accusate di associazione mafiosa, narcotraffico internazionale, traffico di armi, riciclaggio e altri reati, con sequestri di beni mobili e immobili per circa 25 milioni di euro in Italia, Portogallo, Germania e Francia.
L’indagine, coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, si è sviluppata attraverso due Squadre Investigative Comuni, collaborando con autorità tedesche e belghe tramite Eurojust, consentendo l’acquisizione simultanea di prove in più Paesi. Contestualmente, le autorità belghe e tedesche hanno eseguito 39 provvedimenti restrittivi per reati di narcotraffico e riciclaggio. Le indagini, iniziate nel 2019, avevano preso avvio da segnalazioni della Polizia federale belga su membri della cosca “Nirta” di San Luca, attiva a Genk e dedita al narcotraffico internazionale.
Le investigazioni hanno ricostruito l’organizzazione interna di diverse famiglie di ‘ndrangheta della zona jonica reggina, evidenziando traffici di cocaina, detenzione di armi da guerra e reinvestimento di capitali illeciti in ristorazione, turismo e immobiliare. Tre consorterie, collegate alle principali cosche del mandamento jonico, gestivano canali di importazione di cocaina dal Sud America verso Europa e Australia, movimentando oltre 6mila kg tra maggio 2020 e gennaio 2022, con trasferimenti di denaro internazionale in Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda.