I possibili piani per la pace tra Mosca e Kiev sono stati al centro della seconda giornata della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Sul palco ha preso la parola il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha delineato le prospettive di un accordo di pace, mostrando apertura a possibili concessioni sui territori occupati e sollecitando la creazione di un esercito europeo. Zelensky ha innanzitutto affrontato il tema del cosiddetto “piano di pace” proposto dal presidente americano Donald Trump. «Siamo pronti a discutere un piano comune con gli Stati Uniti, ma Trump deve incontrare me prima di Putin», ha dichiarato, precisando che l’Ucraina non accetterà mai accordi stipulati alle sue spalle.
I dubbi di Zelensky
Zelensky ha poi messo in guardia sulla reale volontà di dialogo di Mosca: secondo lui, il presidente russo Vladimir Putin non desidera la pace. Inoltre, Putin, secondo Zelensky, punta a esibire Trump sulla Piazza Rossa il 9 maggio, non come leader rispettato, bensì come strumento della sua propaganda. Il presidente ucraino ha inoltre chiarito che l’Ucraina non ha siglato alcun accordo con gli Stati Uniti riguardo alle terre rare, precisando che il documento non è ancora stato finalizzato per garantire adeguata tutela agli interessi di Kiev. Tra questi, restano prioritari anche quelli relativi alla sicurezza: Zelensky ha ribadito la necessità di un’adesione dell’Ucraina alla Nato e ha sottolineato l’urgenza di sviluppare congiuntamente un esercito europeo. Il leader ucraino ha poi lanciato un ulteriore allarme: secondo informazioni dell’intelligence di Kiev, la Russia avrebbe in programma di inviare truppe in Bielorussia durante l’estate. Dopo il suo intervento, Zelensky ha accennato alla possibilità di un ritiro delle forze russe fino ai confini pre-invasione del 2022. «Quando parliamo di una pace giusta per l’Ucraina, sappiamo che non abbiamo la forza di espellerli da tutto il nostro territorio. Dobbiamo usare la diplomazia e il supporto dei partner, ma non arrenderci», ha affermato. Le parole di Zelensky sono state accolte con favore dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, presente a Monaco, che ha definito l’apertura del presidente ucraino come una dimostrazione di “buon senso”. Tuttavia, il tavolo dei negoziati resta ancora da definire.
Il ruolo dell’Europa
Gli Stati Uniti sembrano voler mantenere un certo distacco dall’Europa nei colloqui, per evitare gli errori del ‘formato Minsk’, come spiegato dall’inviato speciale americano per Ucraina e Russia, Keith Kellogg. Intanto, il Financial Times riporta che Washington avrebbe chiesto ai governi europei di avanzare proposte concrete su armamenti, forze di mantenimento della pace e garanzie di sicurezza da offrire a Kiev nell’ambito di un possibile accordo per porre fine al conflitto. Sul tema si è espresso anche il G7: nella dichiarazione finale del vertice dei ministri degli Esteri, si sottolinea che eventuali nuove sanzioni contro Mosca saranno subordinate all’effettivo impegno della Russia per la pace.