Sono almeno 19 le persone morte dopo l’esplosione di una bomba nascosta in un’auto alla periferia di una città della Siria settentrionale. Lo scoppio è avvenuto accanto a un veicolo che trasportava lavoratori agricoli e secondo la difesa civile siriana locale 14 donne e un uomo sono stati uccisi. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito, le vittime in totale sarebbero 19, di cui 18 donne e un uomo.
Manbij, nella provincia nord-orientale di Aleppo, continua ad essere teatro di violenze anche dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad a dicembre e quella di oggi è stata la settima esplosione in poco più di un mese. Le fazioni sostenute dalla Turchia e note come Esercito nazionale siriano continuano a scontrarsi con le Forze democratiche siriane a guida curda sostenute dagli Stati Uniti.
Munir Mustafa, il vice direttore della difesa civile, nota come Caschi Bianchi ha avvertito che gli attacchi in corso nella provincia di Aleppo arresteranno i progressi della Siria verso la sicurezza e la ripresa economica. «I continui attacchi alle aree civili siriane e gli attacchi ai civili mentre stanno cercando di riprendersi» da oltre un decennio di guerra, «minacciano le loro vite, aggravano la loro tragedia umanitaria, minano le attività educative e agricole e i mezzi di sostentamento e peggiorano la situazione umanitaria in Siria», ha affermato Mustafa. Sabato un’autobomba a Manbij ha ucciso quattro civili e ne ha feriti nove, ha riferito l’agenzia Sana citando funzionari della difesa civile.