È un militare trevigiano arrestato a Firenze nel settembre 1943 e deportato in vari campi di lavoro in Germania, dove ha svolto più mansioni, dalla falegnameria all’agricoltura, il soldato per cui il Mef ha pagato un risarcimento di oltre 300mila euro agli eredi. Lo ha reso noto l’avvocato Innocenzo D’Angelo di Treviso, che ha assistito i discendenti del militare durante il secondo conflitto mondiale.
La richiesta di risarcimento è stata resa possibile dal fatto che i detenuti italiani erano classificati non come prigionieri di guerra, ma civili. La prima sentenza che risarciva i familiari del soldato veneto risale al 2018, ed è sopraggiunta dopo un passaggio fra Tribunale civile di Treviso, che inizialmente si era dichiarato incompetente, e Corte d’Appello di Venezia, che ha ritenuto i giudici della Marca titolati a trattare il caso.
Nel 2022, grazie al decreto 36 al cui articolo 43 è prevista l’istituzione di un fondo presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze finalizzato ad evitare esecuzioni contro beni tedeschi in Italia (attività che alcuni ricorrenti avevano iniziato a intraprendere), la famiglia trevigiana ha potuto ottenere il riconoscimento di quanto spettante a maggio del 2024.
«Ma la somma non arrivava – ricostruisce ancora D’Angelo – e così lo scorso novembre abbiamo presentato al Tar un ricorso per inottemperanza nei confronti del Mef, che ha sortito in pochi giorni l’effetto sperato»