Un ex medico radiologo di 71 anni e un suo complice di 42 sono stati posti agli arresti domiciliari a Milano con la grave accusa di violenza sessuale di gruppo. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal pubblico ministero Antonio Pansa, hanno svelato un inquietante sistema di adescamento e abusi che i due uomini avrebbero perpetrato ai danni di numerose giovani donne a partire dal 2016.
Il modus operandi era ben rodato: i due pubblicavano online annunci di lavoro per reclutare ragazze interessate a partecipare, dietro compenso, a video promozionali per una presunta clinica medica denominata “Centro Clinica Italia”. La struttura sanitaria, come accertato dagli inquirenti, era inesistente e rappresentava solo un espediente per attirare le vittime in un immobile affittato nel centro di Milano, abilmente presentato come una vera clinica.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta, scaturita dalla denuncia di una giovane presentata lo scorso giugno, le ragazze venivano sottoposte a finte visite mediche che si trasformavano in veri e propri abusi sessuali. Le violenze venivano inoltre sistematicamente filmate dai due uomini. Il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per entrambi gli indagati.
Un aspetto particolarmente allarmante dell’indagine riguarda la potenziale portata del fenomeno. Controllando la casella email della falsa clinica, gli investigatori hanno registrato ben 135 risposte all’annuncio, indicando un elevato numero di giovani adescate. Al momento, gli inquirenti hanno accertato che almeno sei ragazze sarebbero state sottoposte alle finte visite e avrebbero subito abusi, con almeno tre di loro che avrebbero avuto più incontri nel corso del tempo. Fortunatamente, alcune ragazze, intuendo la natura delle “visite”, si sarebbero fermamente rifiutate.
Le indagini sono tuttora in corso per ricostruire nel dettaglio l’attività criminale dei due arrestati e per identificare tutte le potenziali vittime. Gli inquirenti non escludono la possibile esistenza di altri complici e stanno cercando di accertare se il materiale video realizzato durante gli abusi sia stato in qualche modo diffuso.
Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato materiale informatico, tra cui il video che riprende le violenze sulla ragazza che ha sporto denuncia e numerosi altri video di abusi. Le perquisizioni hanno inoltre rivelato che entrambi gli arrestati erano consumatori di materiale pornografico, e il più giovane partecipava attivamente a chat di scambio di materiale pornografico autoprodotto, risultando anche in possesso di immagini a carattere pedopornografico.