Secondo la premier Giorgia Meloni, alcune decisioni della magistratura in materia di immigrazione farebbero parte di un «disegno politico» volto a ostacolare l’azione del governo.
La presidente del Consiglio lo ha affermato in un’intervista al Tg5, sottolineando che, nonostante questo, i flussi di migranti irregolari sono diminuiti del 60%.
La premier ha poi ribadito la sua posizione sul caso Almasri, definendo «surreale» la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario Mantovano, che hanno agito nel rispetto della legge per la sicurezza nazionale.
Alle parole di Meloni replica la Giunta esecutiva dell’Anm sottolineando che «i magistrati non fanno politica, fanno il loro mestiere ogni giorno nonostante insulti, intimidazioni e una campagna costante di delegittimazione che danneggia i fondamenti stessi del nostro Stato democratico. “La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge“. Lo afferma l’articolo 101 della nostra Costituzione, che è un architrave della nostra democrazia», si legge in una nota. «La magistratura italiana continuerà a svolgere il proprio compito con profondo rispetto del mandato costituzionale. Non esiste alcun disegno avverso all’esecutivo, affermarlo significa non comprendere il funzionamento della separazione dei poteri dello Stato», conclude.
Elly Schlein, segretaria del Partito democratico che, dalle colonne del Domani, ha affermato che «insinuare che i giudici agiscano non a tutela della legge ma per un disegno politico è un atteggiamento eversivo. E non è la prima volta».
In relazione al caso Almasri, Schlein ha evidenziato che «sulle responsabilità penali bisogna lasciare lavorare i magistrati. A noi compete la responsabilità politica, che lei ha pienamente rivendicato. E allora Meloni spieghi la sua scelta politica».
La premier, ha proseguito la segretaria del Pd, «si sente al di sopra di tutte le leggi, come Trump, Orbán e Netanyahu. Nordio – ha aggiunto – in un primo momento ha scaricato la colpa sui giudici, poi ha detto che non aveva saputo, ora invece emerge che la sua capo di gabinetto sapeva già tutto poco dopo l’arresto di Almasri. Ha mentito all’aula, ha cambiato versione più volte. Allora un governo che mente in Parlamento deve assumersene la responsabilità e trarne le conseguenze. In tutto questo – ha osservato ancora Schlein – Meloni stavolta ha detto una cosa giusta: che è impensabile che tre suoi ministri abbiano agito senza che lei condividesse pienamente la scelta. Ma allora perché ha rifiutato di venire in Parlamento a spiegare la responsabilità politica che si è assunta solo oggi, otto mesi dopo, davanti a un’autorizzazione a procedere chiesta dal tribunale dei ministri?».
In relazione alla questione migranti, poi, Schlein ha ricordato che «Meloni ha promesso che avrebbe fatto la guerra ai trafficanti di esseri umani per tutto il globo terracqueo e invece ha speso un miliardo di euro degli italiani per costruire una prigione vuota in Albania dove provare a deportare i torturati di Almasri, mentre a lui hanno garantito un volo di Stato. Per questo l’accusa non è solo di favoreggiamento ma pure di peculato».
