I rilievi della Corte di Giustizia dell’Unione europea sulla designazione dei Paesi sicuri sono previsti nel nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo che prevede anche un regolamento sui rimpatri. E la Commissione ha già chiesto di anticipare l’entrata in vigore di queste norme, che altrimenti sarebbero vigenti solo dal giugno 2026. Lo rende noto all’agenzia di stamapa Agi un portavoce della Commissione europea commentando la sentenza della Corte di Giustizia sulla procedura accelerata per l’esame delle richieste d’asilo nei Cpr in Albania.
La sentenza
«La Corte ha stabilito che la designazione di Paesi di origine sicuri da parte degli Stati membri può essere effettuata mediante un atto legislativo, a condizione che tale atto possa essere soggetto a un effettivo controllo giurisdizionale. Le fonti di informazione su cui si basa tale designazione devono essere accessibili anche al richiedente e al giudice nazionale», afferma il portavoce. Inoltre, la Corte ha concluso che uno Stato membro non può designare come Paese di origine “sicuro” un Paese terzo che non soddisfi, per determinate categorie di persone, i requisiti materiali per tale designazione. In tale contesto, la Commissione sottolinea che, «ai sensi del Patto, il nuovo regolamento sulla procedura di asilo introdurrà nuove misure in materia. Consentirà agli Stati membri di designare un Paese terzo come sicuro escludendo specifiche parti del paese o categorie di persone chiaramente identificabili. Ad aprile di quest’anno, la Commissione aveva già proposto di anticipare questa possibilità, che altrimenti sarebbe entrata in vigore nel giugno 2026». ciò consentirà agli Stati membri di trattare le domande di asilo che potrebbero essere infondate in modo più rapido ed efficiente.
La posizione del Governo
La sentenza della Corte di giustizia Ue non cambia la linea del governo in materia di immigrazione. A sottolinearlo è il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «Credo di essere di natura votato all’ottimismo e alla tenacia, non cambieremo di una virgola i nostri programmi di contrasto all’immigrazione clandestina, dietro alla quale, non dimentichiamolo, ci sono i lucrosi affari di organizzazioni criminali transnazionale». La Lega, intanto, si prepara a dare battaglia. «La decisione della Corte di Giustizia europea conferma l’assalto delle toghe rosse ai nostri confini, sia in Italia che all’estero. Non ci arrenderemo mai, siamo pronti a dare battaglia e in autunno i Patrioti presenteranno una mozione di sfiducia contro Ursula Von der Leyen, incapace di tutelare il Vecchio continente e l’Italia in particolare. Non solo sull’immigrazione ma su troppi dossier a partire dal folle green deal che non aiuta l’ambiente ma danneggia famiglie e imprese», specificano in una nota.