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Migranti, domani vertice sull’Albania: Giorgia Meloni chiama a raccolta i ministri

La presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, di rientro dal tour che l’ha vista prima partecipare, con gli altri Capi di Stato e di governo, al Consiglio europeo a Bruxelles e poi al vertice Nord – Sud in Lapponia, ha convocato per oggi «una riunione sul tema dei centri per immigrati in Albania – voluti dal Governo – per capire come possiamo procedere. Mi pare che la Cassazione abbia dato ragione all’esecutivo, è diritto dei governi stabilire quali siano i Paesi sicuri» mentre i giudici possono «entrare nel singolo caso, non disapplicare in toto i provvedimenti».

La riunione

Ovviamente nell’incontro avrà anche importanza la recente assoluzione del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, nel caso Open arms: «mi pare un fatto che l’oggetto del processo a Salvini fossero le sue scelte politiche piuttosto che effettivi reati e che la giurisdizione sia stata usata per condizionare la politica», anche se poi smorza le ipotesi di un passaggio del leader della Lega al Viminale: «oggi sia io che Salvini siamo contenti dell’ottimo lavoro che sta facendo il ministro dell’Interno», anche se il leghista continua a ipotizzare un upgrade con il suo ritorno a capo della sicurezza della Nazione. 

Al vertice odierno parteciperanno il titolare dell’Interno Matteo Piantedosi, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in videocollegamento, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e il consigliere diplomatico Fabrizio Saggio.

I cpr

Sui centri in Albania, ha aggiunto ancora la presidente del consiglio, «abbiamo avuto problemi di interpretazione sulle nuove regole, le stiamo superando, bisogna pensare out of the box, fuori dagli schemi: l’Italia è stata la prima a fare un accordo con un Paese extra Ue. Penso che sia un nuovo modo di affrontare questo problema e penso che negli ultimi due anni abbiamo lavorato bene nel gestire in modo diverso l’immigrazione illegale, nel non lasciare ai trafficanti di esseri umani la decisione su chi deve entrare e chi no nel nostro Paese».

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