Altalena Trump sui mercati finanziari. Ancora una volta il presidente americano crea fibrillazioni sui mercati azionari con le sue dichiarazioni, tanto che Wal Strette dopo aver osservato un minuti di silenzio per ricordare papa Francesco, ha iniziato la picchiata verso il basso degli indici Dow Jones che, all’inizio delle contrattazioni, ha mostrato una flessione dell’1,09% attestandosi a 38.714 punti, mentre il Nasdaq risulta in rosso dell’1,36% a 16.065 punti.
L’attacco
Il presidente Trump è tornato ancora una volta ad attaccare il presidente della Fed, Jerome Powell, definito «un grande perdente». Ma Trump non si è limitato solo al giudizio tranciante sul rappresentante della Fed, è andato oltre e su Truth è tornato ad attaccare, dopo l’esternazione di giovedì scorso, il numero uno della banca centrale americana, definito «il Signor troppo tardi» per non aver tagliato i tassi di interesse.
«Molti invocano tagli preventivi ai tassi. Con i costi energetici in forte calo, i prezzi dei generi alimentari (incluso il disastro delle uova di Biden!) sostanzialmente più bassi e la maggior parte delle altre ‘cose’ in calo, l’inflazione è praticamente nulla» scrive Donald Trump che aggiunge «con questi costi in così netto calo, proprio come avevo previsto, non può esserci quasi inflazione, ma può esserci un rallentamento dell’economia a meno che Mr. Troppo Tardi, un grande perdente, non abbassi i tassi di interesse, ora». Poi il presidente Usa ricorda «l’Europa ha già tagliato i tassi sette volte. Powell è sempre stato Troppo Tardi, tranne nel periodo elettorale quando abbassò i tassi per aiutare il sonnolento Joe Biden, poi Kamala, a essere eletto. Come ha funzionato?».
La prospettiva dazi
Il presidente americano è poi tornato sui dazi con l’Europa. «Stanno andando bene» ha detto Trump specificando «alla fine raggiungeremo un accordo. Alla fine raggiungeremo un accordo con chiunque».
L’auspicio, o la certezza, è stata dichiarata da Donald Trump rispondendo a una domanda dei giornalisti su come l’Unione Europea stia gestendo i dazi in questo momento. «Se non ci riusciremo, lo faremo comunque, ma alla fine ce la faremo, l’economia va molto bene», ha sottolineato durante l’evento Easter Egg Roll alla Casa Bianca, per aggiungere la valutazione sullo stato dell’economia americana «non abbiamo inflazione, l’energia è ai minimi storici. Recentemente, in alcuni Stati abbiamo addirittura raggiunto quota 1,98 dollari. Penso che stiamo andando davvero bene. Siamo pronti. C’è una piccola fase di transizione, ma è normale. Alla fine, però, saremo più forti che mai come nazione».
L’altra faccia
Per un Donald Trump che esalta lo stato di salute dell’economia americana, dopo la cura dei dazi e la guerra commerciale iniziata dalla Casa Bianca, ci sono i numeri di crescita che “inchiodano” l’ottimismo trumpiano alla dura realtà. Così, il superindice dell’economia statunitense (Lei), stilato dal gruppo di ricerca privato Conference Board, è sceso dello 0,7% a marzo 2025, attestandosi a 100,5, dopo un calo di 0,2 punti percentuali, sia pure rivisto al rialzo rispetto al -0,3% di febbraio.
Il calo è peggiore delle attese stimato a -0,5%. Il superindice dell’economia statunitense è sceso anche dell’1,2% nel semestre conclusosi a marzo 2025, anche se si tratta di un tasso di calo inferiore rispetto alla contrazione del -2,3% registrata nei sei mesi precedenti (marzo-settembre 2024).
Intanto, mercoledì a Washingto, nell’ambito degli Spring Meetings FMI/Banca Mondiale, è prevista la riunione dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche Centrali del G20. Saranno presenti Christine Lagarde, presidente Bce; Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della Bce; Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze e Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, mentre giovedì è prevista la conferenza stampa della direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva.