«Corpi estranei, peli e capelli nelle pietanze» servite agli studenti delle scuole padovane, «stoviglie, piatti e bicchieri sporchi e incrostati», «cibi crudi o mal cotti». Sono le criticità che i rappresentanti mensa di 13 istituti comprensivi di Padova denunciano, in una lettera, in riferimento al servizio offerto dalla Dussmann Service srl.
La lettera finirà sulle scrivanie del sindaco Sergio Giordani, del suo vice Andrea Micalizzi, dell’assessora cittadina alla Scuola, Cristina Piva, del caposettore Appalti a Palazzo Moroni, Matteo Banfi, e dei dirigenti del Dipartimento di prevenzione dell’Usl 6 Euganea, Silvio Pittui e Stefania Tessari.
I rappresentanti mensa chiedono al Comune di non rinnovare all’azienda bergamasca il contratto in scadenza al termine dell’anno scolastico in corso. Un contratto che ammonta a circa sei milioni e mezzo di euro all’anno e che risale, di proroga in proroga, a settembre del 2013.
L’azienda si occupa della fornitura di circa 7.500 pasti al giorno in diversi plessi pubblici cittadini (tra asili nido, scuole materne, elementari e medie) che non hanno la cucina interna.
«Il primo affidamento alla Dussmann, della durata di sette anni, è avvenuto nel 2013, quando al mio posto — ricorda l’assessora Piva, sentita dal Corriere del Veneto — sedeva Claudio Piron. Dopodiché, prima dell’anno scolastico 2020-2021, nel pieno dell’emergenza dovuta alla pandemia da Covid, è stata la nostra amministrazione a prorogare l’appalto per altri quattro anni. Ciò ricordato, in vista della scadenza del contratto in corso, non abbiamo ancora deciso il da farsi, ovvero se procedere con un’altra proroga oppure se pubblicare un nuovo bando di gara. Le lamentele dei rappresentanti mensa a proposito del servizio? Per carità — osserva l’esponente del Pd — al mio ufficio arrivano segnalazioni pressoché quotidiane da parte dei genitori che svolgono questo ruolo. E si tratta di segnalazioni sia negative che positive, come d’altronde succede con i report stilati dalle nostre dietiste».
Che ne sarà della Dussmann? «Come ho già detto — dice Piva — dobbiamo ancora decidere se prorogare l’appalto o se diffondere un nuovo bando di gara. Ma in questo secondo caso, è chiaro che non potremo escludere a priori una determinata azienda, basandoci soltanto sul malcontento di alcune famiglie. Insomma, faremo tutto a termini di legge, ovviamente nell’intento di offrire agli alunni il miglior servizio possibile».