Crescono sempre di più le aspettative in vista del faccia a faccia sui dazi di giovedì prossimo a Washington tra la premier italiana, Giorgia Meloni, e il presidente Usa, Donald Trump. Meloni ha annullato la visita di ieri al Salone del Mobile di Milano proprio per dedicarsi a un briefing sul colloquio con il tycoon, dopo la sospensione per 90 giorni delle tariffe commerciali. La moratoria di tre mesi ha sicuramente rasserenato gli animi dell’esecutivo, ma l’obiettivo resta raggiungere una situazione a dazi zero.
L’obiettivo
«Ci sono problemi reali – ammette Tajani – noi vogliamo comunque raggiungere una situazione senza tariffe». Il titolare della Farnesina invita a non farsi prendere dal panico «quando ci sono momenti di difficoltà», tanto più che le Borse «sono andate giù anche a causa del panico». E invoca serietà: «Serve determinazione e occuparsi, più che preoccuparsi, della situazione». Per questo motivo loda l’operato del governo, che «ha insistito con la Commissione Ue affinché ci fosse un rinvio dell’imposizione dei contro-dazi. Alla fine ha prevalso la nostra linea». Evitare il muro contro muro è stata anche la preoccupazione principale del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: «Con lungimiranza e determinazione abbia detto all’Ue di agire per una de-escalation, senza minacciare misure di ritorsione».
La missione
Per questo motivo, il ministro ritiene importante la missione Usa della premier, quale «facilitatore del negoziato che deve fare solo la Commissione europea». Ora si infatti passa alla seconda fase, quella in cui «crediamo si debba arrivare a ridurre i dazi, proponendo in questa fase dazi-zero». Procedere con misure di ritorsione, secondo Urso, vorrebbe dire «sprofondare nella depressione», «se gli americani avessero risposto boicottando le nostre merci sarebbe stata la fine». Spinge sulla possibilità di aprire una trattativa anche Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr. «Le mosse di Trump – sostiene – erano un’evidente modalità per aprire una trattativa». Un ruolo determinante può averlo proprio l’Italia, «che deve avere una sua strategia, inserita in quella europea». Se poi la politica dei dazi dovesse continuare, allora «l’Ue dovrà reagire», ma «la stella polare deve essere superare questa fase e rafforzare la coesione dell’Occidente».
Le imprese
Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, chiede all’Europa di agire subito in modo unitario. «Al momento – sottolinea – serve calma e avere una risposta che sia unita da parte dell’Ue». Secondo Orsini bisogna costruire «un percorso ordinato nella trattativa con gli Stati Uniti» e la Meloni in vista giovedì prossimo negli Stati Uniti «saprà costruire un ponte necessario con l’Europa». La risposta Ue, si augura Orsini, dovrà essere immediata anche su energia e burocrazia «visto che serve un contesto favorevole agli investimenti e alla produzione».