SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Meloni al Senato: «Diplomazia su dazi e Ucraina. Il riarmo non toccherà i fondi Fsc»

Giorgia Meloni parla al Senato in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì a Bruxelles affrontando il tema centrale della difesa europea e dello stanziamento di fondi previsto nel piano approvato dalla Commissione e dal Parlamento europeo “ReArmEu ” di 800 miliardi di euro. La seduta, presieduta da Ignazio Larussa, ha visto la presenza…

Giorgia Meloni parla al Senato in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì a Bruxelles affrontando il tema centrale della difesa europea e dello stanziamento di fondi previsto nel piano approvato dalla Commissione e dal Parlamento europeo “ReArmEu ” di 800 miliardi di euro. La seduta, presieduta da Ignazio Larussa, ha visto la presenza di quasi tutti i ministri, ad eccezione di Matteo Salvini, e molti sottosegretari. Accanto a Meloni si sono seduti il vicepremier Antonio Tajani e il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. Sedie aggiunte per il responsabile del Viminale Matteo Piantedosi e per la ministra del Turismo Daniela Santanché. Affollati anche gli scranni della maggioranza e dell’opposizione.

L’intervento della Premier

«Sono convinta si debba continuare a lavorare con concretezza e pragmatismo, per trovare una possibile intesa e scongiurare una guerra commerciale. Credo non sia saggio cadere nella tentazione delle rappresaglie, che diventano un circolo vizioso nel quale tutti perdono» ha detto a proposito di come contrastare i dazi che gli Usa del presidente Donald Trump si apprestano a imporre alle merci europee.

Poi il passaggio cruciale sul conflitto in Ucraina: «lo stallo sul campo può portare ai negoziati della pace. Dunque salutiamo positivamente questa fase e sosteniamo lo sforzo avviato dal presidente Trump», per poi rivendicare «il pieno sostegno all’Ucraina e al suo popolo». Tuttavia, «di fronte a proposte che rispettiamo, ma non ci convincono – riferendosi alle iniziative anglo-francesi – sarò chiara di fronte a quest’Aula: l’invio di truppe italiane in Ucraina non è all’ordine del giorno, così come riteniamo che l’invio di truppe europee sia un’opzione molto complessa, rischiosa e poco efficace».

Il riarmo europeo

Inoltre, aggiunge la premier «Il “ReArmEurope” sia un nome fuorvianteper i cittadini perché siamo chiamati a rafforzare le nostre capacità difensive, ma oggi questo non significa acquistare banalmente armamenti», innanzitutto «semmai produrli rispetto al semplice potenziamento degli arsenali. Ma significa anche «operatività, servizi essenziali, infrastrutture energetiche, catene di approvvigionamento: tutte cose che non si fanno semplicemente con le armi. Senza questo approccio non c’è difesa». Per poi aggiungere che «l’Italia non distoglierà un euro dai fondi di coesione».

La premier, insieme ai temi della difesa, ha affrontato altri argomenti che non saranno il focus del Consiglio, ma fanno parte dell’agenda politica come «la sfida della competizione e il timing per il Green deal», per poi dedicarsi a questioni più italiane come «la riforma della giustizia non più procrastinabile, mentre non è nei radar del governo una manovra correttiva». L’aula, infine, ha tributato una standing ovation a Papa Francesco e a Sergio Mattarella.

ARGOMENTI

consiglio europeo
dazi
fondi fsc
ignazio larussa
meloni
ucraina

CORRELATI

array(3) {
  [0]=>
  int(414586)
  [1]=>
  int(414447)
  [2]=>
  int(413884)
}

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!