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Dall’altra parte dell’Atlantico e ritorno, Giorgia Meloni da Trump per dazi e difesa

Una doppia trattativa nel giro di due giorni e su due sponde opposte dell’Atlantico: prima alla Casa Bianca, poi a Palazzo Chigi. È questo il calendario che attende la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attesa giovedì a Washington per il primo bilaterale ufficiale con Donald Trump. Il giorno dopo sarà invece la premier ad accogliere…

Una doppia trattativa nel giro di due giorni e su due sponde opposte dell’Atlantico: prima alla Casa Bianca, poi a Palazzo Chigi. È questo il calendario che attende la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attesa giovedì a Washington per il primo bilaterale ufficiale con Donald Trump. Il giorno dopo sarà invece la premier ad accogliere a Roma il vicepresidente J.D. Vance, in visita nella capitale fino al 20 aprile. Due incontri politici ad alto livello, in un momento in cui la nuova amministrazione Usa ha impresso un’accelerazione alla guerra commerciale a suon di minacce economiche chiamate “dazi”.

Il ruolo di ambasciatrice

Nonostante la competenza sul fronte commerciale resti della Commissione europea, Meloni punta a rafforzare il suo ruolo di interlocutrice tra Bruxelles e Washington. I rappresentanti della prima però non sono affatto contenti di questo colpo di testa che, a livello diplomatico, può essere visto come una mancanza di coesione sul fronte economico-commerciale.

Eppure la visita fa seguito all’arrivo, sempre negli Usa, del commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, atteso a colloquio con i vertici americani per discutere l’ipotesi di un “dazi zero” reciproco, promossa da Ursula von der Leyen. La questione dazi sarà infatti centrale nell’incontro tra Meloni e Trump. Al centro del negoziato, l’eliminazione delle tariffe su acciaio, alluminio e auto, che pesano tuttora per il 25%.

La proposta e le richieste

L’Italia – tramite Meloni – sosterrà la proposta di un grande mercato euro-americano di libero scambio. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Il viaggio di Meloni non è solo per rafforzare i rapporti bilaterali, ma per spingere verso un accordo commerciale più equo». Altro dossier fondamentale sarà la Difesa. Meloni aggiornerà Trump sulla tabella di marcia italiana per raggiungere entro giugno il 2% del Pil in spesa militare, come richiesto dalla Nto.

L’Italia prevede di investire oltre 43 miliardi di euro entro il 2025, con un surplus di circa otto miliardi già nel breve termine. A Washington e Roma si parlerà anche di energia: Trump potrebbe chiedere un aumento dell’acquisto di gas e auto americani. Intanto, a Palazzo Chigi si lavora sulle criticità emerse nella strategia Usa per il commercio 2025: dalla web tax alla normativa farmaceutica, fino alla lentezza burocratica italiana che, secondo Washington, frena gli investimenti americani nel Belpaese. Il faccia a faccia con Vance potrebbe infine offrire lo spazio per proseguire i dialoghi aperti con Trump, in un contesto in cui Meloni prova a giocare un ruolo chiave tra Europa e Stati Uniti.

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