SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Escalation in Medio Oriente, gli Usa attaccano l’Iran: colpiti tre siti nucleari. Teheran risponde con missili su Israele

Gli Stati Uniti hanno attaccato tre siti nucleari in Iran, scatenando una rapida escalation del conflitto già in atto tra Israele e la Repubblica islamica. L'annuncio è giunto nella notte italiana dal presidente Donald Trump, tramite un post sul social Truth e un successivo discorso dalla Casa Bianca. Teheran ha confermato gli attacchi agli impianti…
l'edicola
(Foto LaPresse)

Gli Stati Uniti hanno attaccato tre siti nucleari in Iran, scatenando una rapida escalation del conflitto già in atto tra Israele e la Repubblica islamica.

L’annuncio è giunto nella notte italiana dal presidente Donald Trump, tramite un post sul social Truth e un successivo discorso dalla Casa Bianca. Teheran ha confermato gli attacchi agli impianti di Isfahan, Natanz e Fordow, mentre l’Agenzia nucleare iraniana ha ribadito che il suo lavoro non sarà interrotto. Trump ha messo in guardia l’Iran da eventuali ritorsioni contro gli Stati Uniti.

La reazione iraniana non si è fatta attendere: all’alba, missili sono stati lanciati contro Israele, provocando gravi danni a Tel Aviv e Haifa e causando almeno 18 feriti. I soccorsi riferiscono di «enorme distruzione», con due edifici completamente rasi al suolo e diversi altri danneggiati. Il servizio medico di emergenza Magen David Adom ha confermato il numero dei feriti.

Il coinvolgimento USA e le motivazioni dell’attacco

La decisione di Trump di coinvolgere direttamente gli Stati Uniti nel conflitto giunge dopo oltre una settimana di attacchi israeliani volti a distruggere le difese aeree e le capacità missilistiche iraniane, oltre a danneggiare gli impianti di arricchimento nucleare.

Funzionari statunitensi e israeliani avevano precedentemente indicato che solo i bombardieri stealth americani e le bombe bunker buster da 13.500 chilogrammi, trasportabili solo da questi velivoli, offrivano la migliore possibilità di distruggere i siti fortificati e sotterranei legati al programma nucleare iraniano. Secondo Fox News, contro l’impianto di Fordow sarebbero state sganciate sei bombe bunker buster da 14 tonnellate, mentre contro Natanz e Isfahan sarebbero stati impiegati 30 missili Tomahawk lanciati da sottomarini statunitensi.

Reazioni internazionali e nuovi sviluppi

A seguito degli attacchi, Teheran ha chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, dichiarando gli Stati Uniti e Israele responsabili dell’azione illegale contro «impianti nucleari pacifici». Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha definito il comportamento statunitense «pericoloso e criminale», aggiungendo che l’Iran si riserva tutte le opzioni per la legittima difesa.

L’Aiea (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) ha confermato che, al momento, non è stato segnalato alcun aumento dei livelli di radiazioni all’esterno dei siti colpiti. La NASA, tramite il suo sistema di informazione antincendio, ha rilevato un significativo evento di generazione di calore nei pressi dell’impianto di Fordow circa 30 minuti prima dell’annuncio degli attacchi da parte di Donald Trump.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto «gravemente allarmato» per l’attacco statunitense, definendolo una «pericolosa escalation» e una «minaccia diretta alla pace e alla sicurezza internazionale».

Parallelamente agli attacchi iraniani, l’aeronautica militare israeliana ha lanciato una nuova ondata di attacchi aerei contro obiettivi militari nell’Iran occidentale, distruggendo, secondo l’Idf, i lanciamissili balistici utilizzati contro Israele.

Le minacce degli Houthi e le reazioni politiche negli USA

Le milizie yemenite Houthi, alleate dell’Iran, hanno annunciato che inizieranno ad attaccare le forze americane nel Mar Rosso in risposta agli attacchi statunitensi. Mohammed al-Buheiti, membro del politburo Houthi, ha dichiarato che «intensificheremo ed espanderemo la portata del conflitto finché questa aggressione non cesserà».

La decisione di Trump ha generato reazioni critiche all’interno degli Stati Uniti. Il leader della minoranza democratica alla Camera, Hakeem Jeffries, e il senatore Bernie Sanders hanno attaccato il presidente per non aver ottenuto l’autorizzazione del Congresso per l’uso della forza militare, definendo l’azione «profondamente incostituzionale» e a rischio di trascinare gli Stati Uniti in una guerra disastrosa.

CORRELATI

Attualità, Italia","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[448348,448640,447907],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!