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Medio Oriente, dichiarazione Onu a favore dei due Stati. L’Italia ha votato «Sì»

In attesa del vertice delle Nazioni Unite straordinario organizzato da Francia e Arabia Saudita previsto il prossimo 22 settembre l’Assemblea al Palazzo di Vetro di New York ha votato a favore di un’altra dichiarazione, quella che chiarisce in maniera inequivocabile la volontà di buona parte della comunità internazionale: in quella parte di Medio Oriente dovranno…
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In attesa del vertice delle Nazioni Unite straordinario organizzato da Francia e Arabia Saudita previsto il prossimo 22 settembre l’Assemblea al Palazzo di Vetro di New York ha votato a favore di un’altra dichiarazione, quella che chiarisce in maniera inequivocabile la volontà di buona parte della comunità internazionale: in quella parte di Medio Oriente dovranno convivere due popolazioni per due Stati, senza però il coinvolgimento di Hamas. Una larghissima maggioranza di Paesi, per l’esattezza 142 su 193, hanno votato a favore della «Dichiarazione di New York». Anche l’Italia questa volta ha votato a favore. Israele e Stati Uniti si sono opposti così come Argentina, Micronesia, Nauru, Palau, Papua Nuova Guinea, Paraguay e Tonga. Sul fronte europeo c’è da segnalare il voto contrario dell’Ungheria. Dodici Paesi, invece, si sono astenuti.

L’intervento di Macron

Entusiasta il presidente francese, Emmanuel Macron, tra i promotori dell’iniziativa. «Insieme stiamo tracciando un cammino irreversibile verso la pace in Medio Oriente – ha scritto dall’Eliseo – Un altro avvenire è possibile. Due popoli, due Stati: Israele e la Palestina, che vivono fianco a fianco in pace e in sicurezza». Netta invece la replica del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha apostrofato la dichiarazione come un «vergognoso» atto che incoraggierebbe Hamas ad andare in guerra.

Difficile la realizzazione

L’operazione militare in corso a Gaza City, con il conseguente esodo forzato della popolazione si scontra con la soluzione due popoli e due stati, così come l’occupazione di sempre più porzioni di territorio della Cisgiordania da parte dei coloni. Un rebus da cui, con ogni probabilità, non potrà far nulla una dichiarazione seppur importante al Palazzo di Vetro, di per sé non vincolante in alcun modo. Poi c’è il sostegno degli Stati Uniti, che non è mai mancato dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e si ripercuote su tutte le scelte, anche a livello internazionale.S.D.

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