«Chiediamo una cosa semplice: il primo contratto integrativo unitario aziendale». A farlo sapere sono i sindacati di categoria per i lavoratori di Mc Donald’s di tutta Italia in protesta.
Lo scorso 18 aprile, come scrive Sara Mechelli per Roma Today, i dipendenti del colosso americano hanno scioperato, anche a Roma. Braccia incrociate nei fast food di tutta la città: da via Giolitti a Corso Francia, da Re di Roma a Prati Fiscali, Romanina e Appia. Già perché la questione nella Capitale e dintorni tocca circa 1800 lavoratori, più di 4mila in tutto il Lazio, tra quelli diretti e i dipendenti dei licenziatari.
Tutti con la volontà di migliorare le proprie condizioni lavorative. Chiedono un contratto «che garantisca pari diritti, pari dignità, pari trattamento economico, indipendentemente dal punto vendita o dal licenziatario. Un contratto – ha sottolineato la Uiltucs di Roma e del Lazio – che dovrebbe essere un atto dovuto, per un’azienda che ama raccontarsi come attenta e responsabile verso chi ogni giorno manda avanti il servizio».
Le trattative però sono ferme al palo. «Da parte della multinazionale statunitense c’è la dichiarata indisponibilità ad avviare un tavolo sul primo contratto integrativo aziendale di gruppo» denunciano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.
«Stiamo provando a negoziare, con una piattaforma nazionale, un contratto di secondo livello che aumenti le tutele previste dal contratti nazionale» spiega a RomaToday Alessandro Contucci, segretario generale della Uiltucs Roma e Lazio. Un contratto che intervenga su produttività e flessibilità orarie.
La lettera ad Achille Lauro
Così in occasione del 1 maggio la Uiltucs lancia l’appello ad Achille Lauro, non solo protagonista del concertone del 1 maggio organizzato dai sindacati a piazza San Giovanni ma anche fresco testimonial di Mc Donald’s.
«Caro Achille, ti scriviamo non solo come artista, ma anche, e soprattutto, come figura pubblica oggi associata all’immagine di McDonald’s Italia. In queste ore migliaia di lavoratrici e lavoratori dei punti vendita McDonald’s di tutta Italia stanno scioperando. Non per un capriccio. Non per ribellarsi a un sistema. Ma per rivendicare un diritto sacrosanto: quello a una contrattazione aziendale decentrata che riconosca dignità, condizioni di lavoro e salario variabile legato alla produttività a chi, ogni giorno, tiene in piedi i ristoranti del brand che oggi ti vede protagonista. E che anche grazie a te vedrà aumentare i propri profitti». Inizia così la lettera che la Uiltucs di Roma e Lazio ha scritto al cantante romano per chiedergli di supportare la protesta dei dipendenti.
«Riteniamo opportuno, anzi necessario metterti al corrente della nostra protesta perché tu hai sempre dato voce a chi voce non ha, hai fatto della libertà un simbolo e del riscatto una bandiera».
Il sindacato ricorda le parole del cantautore scritte in un post social nel 2021 in cui sottolineava il proprio impegno «per la tutela dei diritti umani, per i diritti delle persone abbandonate nelle carceri, per aiutare i bambini negli ospedali, per i ragazzi nelle comunità, per chi non ha una casa, per coloro che sono rimasti senza lavoro, per chiunque abbia bisogno di aiuto e per essere artefice e partecipe, nel mio piccolo, di una rivoluzione per cui la condizione sociale, culturale e umana delle classi deboli e discriminate possa cambiare definitivamente».
«Chi lavora nei fast food è una classe debole. Si tratta principalmente di giovani e donne con orari part time ed una flessibilità lavorativa ad esclusivo uso aziendale” conclude la Uiltucs. Da qui la nuova richiesta di ”un confronto vero con l’azienda, che oggi si sottrae a ogni tavolo nazionale con le rappresentanze sindacali maggiormente rappresentative”.
Il tutto per arrivare ad un sistema premiante trasparente e condiviso; perché i lavoratori possano godere di diritti «che vadano oltre il minimo previsto dal contratto nazionale. Perché chi lavora nei fast food – sottolinea il sindacato – non merita lentezza nella crescita dei diritti per favorire la velocità nella crescita dei soli profitti aziendali».