Nuovo capitolo dell’indagine sull’urbanistica milanese: la Guardia di Finanza ha sequestrato il cantiere della torre “Unico-Brera” in via Anfiteatro 7, a due passi da Brera e da corso Garibaldi. Il complesso residenziale di lusso – due edifici di 4 e 11 piani – sorge sul lotto dove fino al 2006 si trovavano due corpi settecenteschi poi demoliti.
I lavori avrebbero dovuto completarsi quest’anno e sono stati autorizzati, come in altre decine di casi finiti sotto la lente della magistratura, con una Scia, Segnalazione certificata di inizio attività, come “ristrutturazione edilizia” nel 2019 e, successivamente, con un’altra segnalazione certificata di inizio attività in variante nel 2023.
Secondo quanto apprende LaPresse oggi sarebbero 27 gli indagati tra imprenditori, architetti, ex membri della Commissione Paesaggio e funzionari comunali. Le accuse: abusi edilizi, lottizzazione abusiva, falso e sottostima degli oneri di urbanizzazione.
Per la Procura, non poteva essere qualificato come “ristrutturazione” un intervento su un’area rimasta libera per oltre dieci anni, punto sul quale i pm hanno ottenuto il sostegno del Consiglio di Stato. Al centro dei rilievi anche un presunto aumento illecito di volumi e cubature della torre, progettata dall’architetto Marco Emilio Cerri, già destinatario di un’interdittiva nello scorso marzo.
Gli affari
Il lotto, circa 400 metri quadrati, era originariamente pubblico e destinato negli anni 2000 alla realizzazione di case popolari, con vincoli su altezze e densità. Venduto dal Comune a BNP Paribas nel 2010 e poi ai costruttori Rusconi nel 2018, è stato trasformato in un progetto di fascia alta con monolocali messi in vendita a partire da 660 mila euro.
La giustizia
Per i pm, l’intervento avrebbe richiesto un piano attuativo, dato l’indice edificatorio superiore ai limiti e il potenziale impatto sui servizi pubblici. La difesa dei costruttori richiama però una sentenza del Consiglio di Stato del 2021 che aveva ritenuto l’operazione conforme sulla base di antiche pratiche edilizie del 1828 e 1934. Ora la parola passa di nuovo alla magistratura, mentre il cantiere resta sotto sequestro.









