Gorizia e Nova Gorica, unite nel segno della cultura transfrontaliera, lanciano un messaggio di speranza per il futuro dell’Europa. «Essere capitale europea della cultura transfrontaliera significa avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia», ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sottolineando l’importanza del dialogo e dell’accoglienza in un periodo storico segnato da incertezze e paure.
Mattarella, insieme alla presidente slovena Nataša Pirc Musar, ha voluto celebrare il valore dell’Europa unita, capace di superare divisioni e conflitti del passato. «Nulla può far tornare indietro la storia che Slovenia e Italia hanno costruito e costruiscono insieme», ha affermato il presidente, riferendosi al recente atto vandalico alla foiba di Basovizza, che non è riuscito a intaccare lo spirito di riconciliazione tra i due Paesi.
Il presidente ha espresso preoccupazione per la crescita di sovranismi e nazionalismi, «fuori dalla storia», che minacciano la cooperazione internazionale. «Il mondo è caratterizzato da crescenti tensioni e conflitti, dall’abbandono della cooperazione come elemento fondante della vita internazionale», ha ammonito Mattarella, ricordando come l’Unione Europea rappresenti un modello di successo di superamento delle divisioni e di costruzione di un’identità comune.
«Nova Gorica e Gorizia sono il simbolo della nuova Europa: la libertà, dove prima un muro chiudeva e impediva. L’amicizia, dove prima vigeva una forzata separazione. La cooperazione, dove prima resisteva la diffidenza», ha dichiarato il presidente, sottolineando come la ritrovata intesa tra Italia e Slovenia sia un esempio di speranza per un continente ferito dalla guerra in Ucraina e dalle sfide globali.
Mattarella ha concluso il suo discorso con un appello ai valori di convivenza e accoglienza, «che possono opporsi all’oscurantismo della guerra e del conflitto». Un messaggio di fiducia nel futuro dell’Europa, lanciato da un luogo simbolo di unità e riconciliazione.