L’approvazione della Manovra 2026 sancisce una profonda frattura nel fronte sindacale italiano. Se per il Governo il provvedimento è «serio e responsabile», per Cgil e Uil si tratta di un atto di «austerità e riarmo» che colpisce duramente lavoratori e pensionati.
Maurizio Landini (Cgil) ha usato parole durissime, definendo il taglio dell’Irpef e le misure fiscali una «grande truffa» ai danni dei redditi bassi, poiché non compenserebbero il fiscal drag. La confederazione di Corso d’Italia ha confermato lo stato di mobilitazione, per protestare contro quella che definisce una «condanna al declino del Paese».
Sulla stessa linea Pierpaolo Bombardieri (Uil), che pur riconoscendo alcuni passi avanti sulla detassazione degli aumenti contrattuali, giudica «totalmente insufficienti» le risorse per la sanità pubblica e i trasporti. «Mettere pochi euro nei cedolini dei pensionati minimi mentre si aumentano le spese militari è inaccettabile», è il monito della Uil.
Voce fuori dal coro quella della Cisl guidata da Daniela Fumarola [e non, come erroneamente riportato sul quotidiano di oggi, Luigi Sbarra, che dal 12 giugno 2025 ricopre la carica di Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega alle politiche per il Sud, ndr]. Il sindacato di via Po esprime un giudizio articolato, sottolineando come molti risultati siano frutto del dialogo sociale: dal potenziamento dei congedi parentali alla detassazione del salario accessorio. Per la Cisl, pur in un contesto di crescita debole, la manovra mette «le persone al centro», pur restando critica su pensioni e rottamazione delle cartelle.










