Ubaldo Pagano, deputato barese del Pd, componente la Commissione Bilancio della Camera è certo che la manovra del Governo avrà ripercussioni pesanti sul Sud.
Onorevole Pagano, il Governo rivendica una legge di bilancio prudente.
«La verità è che questa manovra si limita al compitino per uscire oggi dalla procedura di infrazione e per usare la legge di bilancio del prossimo anno in vista delle prossime elezioni. Una scelta che, come vedremo presto, verrà pagata con i risparmi degli italiani e i sacrifici dei più fragili».
Il prossimo anno il Paese crescerà ancora, seppure a ritmi inferiori, e l’occupazione segna nuovi record. Non è che la ricetta della destra funziona?
«La nostra economia cresce poco e solo grazie al PNRR che, per inciso, la destra ha sempre osteggiato. Il lavoro che aumenta è solo quello precario e i salari restano miseri. Questo Governo non ha alcuna visione e, anzi, con questa manovra ha solo aumentato le tasse: IRAP, accise, Tobin Tax, cedolare secca. È questa la ricetta di Meloni? La pressione fiscale più alta degli ultimi 10 anni?».
Welfare: dall’opposizione si punta il dito contro il presunto disimpegno del Governo.
«Non potrebbe essere altrimenti. La destra continua a indebolire lo stato sociale. Il taglio di 100 milioni al reddito di inclusione, che già sostituiva con risorse drasticamente inferiori il reddito di cittadinanza, è una dimostrazione di quanto questo Governo tenga alle situazioni di vulnerabilità. Quando c’è bisogno di soldi, non si fanno scrupolo a toglierli ai più fragili».
Ma c’è il Fondo di sviluppo e coesione?
«Un nuovo taglio anche qui: 300 milioni in meno nel 2026 e 100 milioni sottratti nel 2027 e nel 2028. Il Fondo di sviluppo e coesione, il principale strumento per gli investimenti nel Mezzogiorno, viene utilizzato ancora una volta come bancomat».
Siamo di fronte a una scelta politica che penalizza il Sud?
«Se, come scriveva Agatha Christie, “tre indizi fanno una prova”, direi che ne abbiamo più di una a carico di questo Governo. I tagli non sono una novità: ricordiamo i fondi del PNRR sottratti al Sud in più di un’occasione, i 3,7 miliardi sottratti dal fondo perequativo infrastrutturale, le risorse dirottate sul Ponte sullo Stretto sempre a danno del Mezzogiorno, la chiusura di “decontribuzione Sud”, per non parlare dell’attentato dell’autonomia differenziata. Con la destra il Sud è tornato ai margini delle politiche di sviluppo del Paese, nonostante ha dimostrato negli anni post-Covid di saper correre più degli altri».