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Manovra da 22 miliardi, il Senato approva tra tensioni e proteste

Il Senato ha dato il via libera alla legge di Bilancio, che ora passa all’esame della Camera dei deputati. I voti favorevoli sono stati 110, con 66 contrari e 2 astenuti. Approvata anche la Nota di variazione. Il governo aveva posto la fiducia sul maxi-emendamento, ottenendo 113 sì, 70 no e 2 astenuti, al termine di una giornata segnata da forti tensioni politiche.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiarito che la manovra vale complessivamente «circa 22 miliardi di euro», rispetto ai 18,7 iniziali. L’aumento è dovuto all’integrazione di risorse per Transizione 5.0, Zone economiche speciali e adeguamento dei prezzi. Giorgetti ha rivendicato alcuni interventi simbolo, come la tassazione al 5% degli aumenti contrattuali per i lavoratori dipendenti con redditi più bassi e l’aliquota all’1% sui salari di produttività, definendo il bilancio «positivo» e coerente con la linea del governo.

Durante l’iter parlamentare la commissione Bilancio ha però stralciato cinque misure dal testo, tra cui la norma sugli imprenditori che avevano sottopagato i lavoratori e alcune disposizioni sulle cosiddette «porte girevoli» nella pubblica amministrazione. Secondo il viceministro Maurizio Leo, lo stop è stato necessario per garantire la tenuta costituzionale del provvedimento.

Le opposizioni hanno duramente criticato la manovra, denunciando tagli indiscriminati e una legge giudicata «classista». In Aula non sono mancate le proteste simboliche, con cartelli contro il governo esposti da Pd, M5S e Avs. Matteo Renzi ha definito la legge «brutta senz’anima», mentre Carlo Calenda ha riconosciuto la prudenza sui conti ma ha parlato di una manovra priva di visione.

Dalla maggioranza, invece, è arrivata una difesa compatta del provvedimento, considerato necessario per la stabilità dei conti pubblici. Con l’approvazione del Senato, il testo approda ora alla Camera, dove il governo punta a un via libera rapido entro fine anno.

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