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Manovra 2026, maratona della Camera verso il via libera definitivo

Entra nelle fasi conclusive la discussione parlamentare sul Ddl Bilancio 2026. L’aula della Camera ha avviato nella serata di ieri le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dall’Esecutivo, propedeutica all’approvazione definitiva attesa per oggi, 30 dicembre, entro le 13. Il testo, identico a quello licenziato dal Senato, si presenta come un corpo unico di 973 commi per un valore complessivo salito a 22 miliardi di euro.

Irpef e Zes unica

Il cuore della manovra resta il taglio dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro. Sul fronte produttivo, il Governo ha recuperato risorse cruciali: 1,3 miliardi per Transizione 4.0 e oltre 530 milioni per la Zes unica, estendendo l’iper-ammortamento al triennio 2026-2028. Per le imprese agricole della Zes arrivano proroghe e aliquote maggiorate.

Banche e assicurazioni

Le coperture derivano in larga parte dal comparto finanziario. È prevista una stretta sulle banche da 605 milioni e un aumento dell’Irap del 2%, mitigato da una franchigia di 90mila euro per tutelare i piccoli istituti. Per le assicurazioni, l’aliquota Rc auto sui danni al conducente balza dal 2,5% al 12,5%, mentre la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie raddoppia allo 0,4%.

Isee e affitti brevi

Importanti novità per le famiglie: la prima casa fino a 120mila euro sarà esclusa dal calcolo Isee nelle grandi città, ma nel computo entreranno ora criptovalute e money transfer. Per gli affitti brevi, la cedolare secca resta al 21% sulla prima unità, ma sale al 26% dalla seconda. Introdotto anche un «buono scuola» fino a 1.500 euro e contributi per i libri scolastici sotto i 30mila euro di Isee.

Previdenza e lavoro

Il capitolo pensioni vede l’estensione del Tfr ai fondi pensione per le aziende fino a 40 dipendenti e l’accorciamento del silenzio-assenso a 60 giorni. Svanisce invece la possibilità di usare la previdenza complementare per i requisiti della vecchiaia anticipata. Sul fronte lavoro, confermata la tassazione al 5% sui premi di risultato.

Grandi opere e identità

La manovra guarda anche alle infrastrutture, con la rimodulazione delle risorse per il Ponte sullo Stretto verso il 2032-2033, e alla sovranità nazionale: una norma «certifica» che le riserve auree di Banca d’Italia appartengono legalmente al popolo italiano.

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