Potrebbe essere stata uccisa per strangolamento la neonata, di età compresa tra i sei e i nove mesi, trovata senza vita sabato pomeriggio nel parco di Villa Pamphili, a Roma. È questa l’ipotesi che emerge dagli accertamenti disposti dalla Procura di Roma, coordinata dal procuratore, dopo l’autopsia eseguita ieri sul corpo della piccola.
Il corpo della donna, rinvenuto a circa 200 metri di distanza, sarebbe invece morto alcuni giorni prima: a confermarlo i primi rilievi autoptici, ma saranno gli ulteriori esami tossicologici e istologici a chiarire le cause esatte del decesso.
Madre e figlia, secondo la ricostruzione degli investigatori della Squadra Mobile, vivevano da tempo in un giaciglio di fortuna all’interno del parco. Gli inquirenti ipotizzano che siano entrambe di origine straniera, forse provenienti dall’Est o dal Nord Europa, e che fossero arrivate in Italia da poco tempo. L’identificazione, al momento, non è ancora stata possibile: i rilievi dattiloscopici non hanno dato esito, mentre si attendono i risultati del dna.
L’ipotesi principale è che la morte possa essere stata causata da un’overdose, ma sarà l’analisi delle sostanze nel sangue a fornire risposte definitive.
Smentite intanto le testimonianze iniziali che parlavano di un uomo ucraino visto con in braccio una neonata: le verifiche non hanno trovato riscontri concreti. Intanto gli inquirenti continuano a scavare nel passato delle due vittime, cercando tracce nei centri di accoglienza, nelle strutture sanitarie e negli archivi delle forze dell’ordine, anche a livello europeo. Il mistero resta fitto, ma i risultati degli esami attesi nei prossimi giorni potrebbero offrire le prime risposte.