Dopo il brusco cambio di paradigma in politica estera tra gli Stati Uniti e la Russia e lo smarrimento dell’Unione europea, colta di sorpresa, il presidente francese, Emmanuel Macron, dall’Eliseo sta cercando una soluzione comune europea con cui sedersi al tavolo dei negoziati. Non sono un caso i vertici internazionali convocati lunedì e mercoledì a Parigi, il secondo dei quali ha raccolto 19 Paesi, tra cui Canada, Svezia, Romania, Finlandia, Lituania, Belgio e Grecia.
«Sull’Ucraina, l’Europa e il mondo sono attualmente a un bivio – ha dichiarato il primo ministro svedese durante la conferenza nella capitale francese – Il modo in cui si concluderà la guerra influenzerà e modellerà la sicurezza dell’Europa per generazioni a venire».
Macron e Starmer da Trump
Stando a quanto dichiarato dal consigliere alla Sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump, Michael Waltz, Macron e il primo ministro britannico, Keir Starmer, incontreranno il presidente americano la prossima settimana. Non si sa se sarà un segno di distensione nei confronti dell’Unione europea, esclusa dalle prime trattative per cercare un accordo di pace tra Russia e Ucraina.
La mossa dell’Ue
Dopo i passi in avanti un po’ sparsi dei Paesi europei, è arrivata anche la risposta dell’Unione. Stando a fonti europee, il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, avrebbe intensificato i colloqui con i leader dei 27 membri per avviare un processo di quelle che vengono definite «consultazioni bilaterali». Tra le questioni in ballo le posizioni dei Paesi Ue sulle garanzie di sicurezza e sugli aiuti militari all’Ucraina. L’obiettivo sarebbe quello di concordare una posizione comune per una pace credibile e duratura in Ucraina.
Le nuove sanzioni europee
Intanto, gli ambasciatori europei hanno trovato un accordo su una nuova serie di sanzioni contro la Russia, il sedicesimo da febbraio 2022. Le misure prevederanno il divieto di importazione dell’alluminio primario russo nei Paesi dell’Unione. Una mossa, raggiunta non senza difficoltà, visto il possibile impatto economico, visto che l’alluminio primaro rappresenta il sei percento circa delle importazioni del metallo nell’Ue. L’Unione aveva già vietato alcuni prodotti russi in alluminio, come fili, tubi e condotte, adesso il divieto è stato esteso all’alluminio primario, venduto sotto forma di lingotti e billette.