Grillo «si riprenderà il simbolo, la titolarità è chiaramente in mano a lui, ci saranno delle cause ma andrà così. Conte? Cambierà il simbolo e si farà altri sette o otto mandati. Io penso che si possa far invalidare anche questa seconda votazione, anche se non so se Grillo vorrà farlo. E credo che Beppe rientrerà in Parlamento», è certo che andrà così l’ex esponente del M5S Alessio Villarosa. «Beppe farà le battaglie che ha sempre fatto, col logo del Movimento sarà più semplice. Con lui ci sarà una fetta importante di elettori – ipotizza Villarosa – forse anche più di quelli che sostengono Conte».
L’amarezza
«Sono incazzato nero per i tradimenti e la piccolezza delle persone. Conte ha tradito se stesso, visto che ha mentito, ma soprattutto ha tradito il Movimento Cinquestelle», è l’amarezza dell’ex ministro Danilo Toninelli, attuale componente del collegio dei probiviri dei pentastellati.
«Sicuramente Conte ha fregato tutti quanti, ma è destinato a perdere, a meno che il suo obiettivo non sia quello di trovare un posto nel Partito Democratico, o grazie al Partito Democratico farsi nominare magari Commissario europeo. È vero che l’ha messo lì Grillo a livello statutario, ma io le sentivo le chiamate di Luigi Di Maio a Grillo. Egli aveva un ascendente su Grillo incredibile – spiega Toninelli, rivelando qualche retroscena all’interno del Movimento – quando Di Maio propose a Grillo di dare la leadership a Conte gli disse: «Ha appena fatto il presidente del Consiglio, grazie al Covid ha avuto anche notorietà e un discreto seguito, mettiamolo lì così che si suicidi politicamente; tanto cosa vuoi che faccia Conte a capo del Movimento Cinquestelle?».
La regia
Toninelli vuole sfatare così quella che lui definisce «una credenza generale per cui si è sempre detto che Grillo avesse chissà che potere. Non è così – ci tiene a precisare – Grillo al limite confermava quello che Di Maio suggeriva». Intanto, la maggior parte della vecchia guardia, gli ex pretoriani grillini, sono tutti con Conte. Da Roberto Fico a Paola Taverna, passando per Roberta Lombardi, il nuovo corso è già iniziato con la collocazione nel centrosinistra, ma “da indipendenti”, come lo stesso ex premier ha puntualizzato fin dalla chiusura delle operazioni di voto.