Giornata di polemiche in Uk dopo iol voto di fiducia a Boris Jhonson. È arrivato in tarda serata l’annuncio della “Commissione 1922” dei deputati conservatori nella Sala 14 decorata da Pugin. Boris Johnson si salva: 211 contro 148 voti, 58% a favore. Disinnescata la trappola del voto di sfiducia di decine di tory. Ma 211 voti sono pochi, pochissimi. Perché la matematica qui è un’opinione.
’arcinemica e predecessore di Johnson, Theresa May, vinse con il 62% nel dicembre 2018 e poi si dovette dimettere sei mesi dopo, affondata da Brexit e disastro delle elezioni europee. Pure Margaret Thatcher nel 1990 la spuntò, ma si dimise comunque qualche giorno dopo causa esecutivo dilaniato. E un altro primo ministro conservatore come John Major, che sopravvisse all’agguato, venne travolto da Tony Blair alle elezioni del 1997. Johnson ancora una volta l’ha scampata, stavolta dal voto di sfiducia lampo chiesto da almeno 54 ribelli conservatori che non lo sopportano più. Di certo, Johnson non si dimetterà mai. Ha cercato di riaizzare i suoi, marchiando il ferale scandalo Partygate delle feste proibite in lockdown a Downing Street come una “bolla” dei media. Poi un messaggio chiaro: «Con me il partito ha la più grande maggioranza da decenni e rivincerete di nuovo! Senza di me, l’Ucraina avrà un pessimo accordo di pace. Mentre noi – promette un Johnson roboante ai tory – taglieremo le tasse, abbiamo la disoccupazione (3,5%) più bassa da mezzo secolo, aiuteremo le famiglie a comprare casa, godremo di tutti i vantaggi della Brexit. Ora chiudiamo questa storia, e concentriamoci sui problemi veri. Perché i veri vincitori di stasera saranno i britannici».
Contro Boris si schiera anche Bill Emmott, ex direttore dell’economist :«Boris Johnson si paragona a Churchill ma è un mix tra Trump e Berlusconi. il dissenso nei Tories è a livelli mai visti. Londra è guidata da un leader incompetente, e questo è un grave problema anche per l’Ue»