Dopo 43 giorni di paralisi, lo shutdown più lungo della storia americana è ufficialmente terminato: il presidente Donald Trump ha firmato il provvedimento che riapre il governo fino al 30 gennaio. «Non si dovrebbe ripetere mai più», ha detto ringraziando i pochi democratici che hanno votato con i repubblicani.
La Camera ha approvato la misura con 222 voti a favore e 209 contrari. Il provvedimento non estende i sussidi all’Obamacare, fulcro dello scontro che ha causato la chiusura delle attività governative. Trump ha attaccato i democratici, definendo la riforma sanitaria «un disastro» e accusandoli di aver voluto lo shutdown per motivi politici.
Il leader democratico Hakeem Jeffries ha avvertito che la battaglia continuerà: senza ulteriori fondi, gli americani potrebbero punire i repubblicani alle elezioni del 2026. La riapertura consentirà gradualmente il ritorno alla normalità, con la ripresa dei servizi nei maggiori scali Usa e il pagamento dei buoni pasto per 42 milioni di cittadini.
Negli Stati Uniti lo shutdown scatta quando il Congresso non approva la legge di bilancio entro il 30 settembre. Le attività non essenziali, dai parchi pubblici ai processi civili, vengono sospese, mentre restano operative poste, forze dell’ordine, militari, vigili del fuoco e controllo del traffico aereo.









