L’11 febbraio in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza. Istituita nel 2015 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con l’obiettivo di promuovere la piena ed equa partecipazione delle donne e delle ragazze alla scienza, appunto. Se da un lato le discipline Stem (science, technology, engineering e mathematics) sono ampiamente riconosciute come fondamentali per lo sviluppo delle nostre società, in molti paesi non si è ancora raggiunta una parità di genere in questi ambiti. Sia in termini di percorsi di studio ma anche occupazionali. A mettere in fila i numeri per fornire un contesto del fenomeno il centro studi di Open polis che ha analizzato i più recenti dati AlmaLaurea ed Eurostat, relativi al 2023. Questi confermano come ci sia una netta prevalenza dei laureati rispetto alle laureate in questi settori. Il divario maggiore si registra nell’area dell’informatica e delle tecnologie Ict dove le italiane laureate sono appena il 16,8% contro l’83,2% di laureati maschi. Eppure, andando ad analizzare i dati Eurostat, si scopre che tra i giovani di età compresa tra i 16 e i 19 anni la quota di ragazze con competenze digitali almeno di base è molto più elevata dei coetanei.
I numeri
In Italia, il livello medio di competenze digitali tra i giovani si attesta al 52,67% tra i maschi e del 59,07% tra le femmine. Andando ad analizzare invece i dati relativi al livello di competenze digitali “basse” si nota un divario che pende dalla parte dei ragazzi. I giovani italiani con basse competenze digitali sono infatti il 25,69%, mentre le ragazze si attestano al 19,85% con un divario di 5,84 punti percentuali. La situazione cambia se si prendono in considerazione i dati relativi ai ragazzi e alle ragazze con competenze digitali avanzate. In questo caso infatti non c’è una differenza di genere significativa. Le giovani italiane con competenze superiori al livello base sono infatti il 24,36% mentre i ragazzi il 24,35%. Tale dinamica si conferma anche a livello di media Ue dove il divario nelle competenze digitali tra ragazze (33,71%) e ragazzi (33,28%) si riduce a 0,43 punti percentuali.
L’analisi del fenomeno
Ancora oggi gli stereotipi di genere e le aspettative incidono profondamente sulle scelte accademiche delle ragazze. A partire dal contesto familiare dove, come ricostruito in passato dalle analisi Ocse, i genitori hanno aspettative maggiori verso i figli maschi, rispetto alle femmine, per intraprendere carriere in ambito scientifico. Un’impostazione che viene interiorizzata dalle stesse ragazze: anche le studentesse con ottimi risultati professionali hanno minori aspettative professionali dei coetanei maschi. Le discipline scientifiche sono quelle che in linea generale offrono i percorsi di carriera più retribuiti e con maggiore stabilità. Una tendenza che, viste le recenti evoluzioni tecnologiche e l’impatto crescente di strumenti come l’intelligenza artificiale, è destinata a rafforzarsi. Per questo è di fondamentale importanza investire sull’insegnamento di queste discipline a tutti i livelli di istruzione e impegnarsi per l’abbattimento degli stereotipi che ne condizionano la diffusione tra le bambine e le ragazze. Tali stereotipi sono spesso involontari, acquisiti inconsapevolmente, ma purtroppo proprio per questo altrettanto radicati e impattanti per la vita delle donne nell’età adulta. Non si tratta solo di un inserimento più agevole nel mercato del lavoro ma anche, ad esempio, di battaglie legate alla parità salariale che permetterebbero alle donne una maggiore indipendenza economica.