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Almasri, Paragon e Caputi. L’intelligence italiana si difende dalle accuse: «Lavoriamo nella legalità»

Governo e istituzioni difendono in coro l’operato dei Servizi segreti italiani e l’occasione per farlo è la presentazione del rapporto annuale sulle attività del Dis, il dipartimento per le informazioni e la sicurezza che coordina sia le attività di intelligence interna che quelle estere. Il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che…
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Governo e istituzioni difendono in coro l’operato dei Servizi segreti italiani e l’occasione per farlo è la presentazione del rapporto annuale sulle attività del Dis, il dipartimento per le informazioni e la sicurezza che coordina sia le attività di intelligence interna che quelle estere. Il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha la delega ai servizi, ha chiesto, ricordando che i tempi in cui viviamo esigono una correzione di rotta, molta sensibilità sui temi della sicurezza nazionale. «Il che non vuol dire non criticare il governo anche con asprezza, perché la critica anche aspra è il sale della democrazia. Vuol dire tener conto che una non sufficiente accortezza nell’affrontare questi temi danneggi non già il governo bensì le fondamenta della sicurezza della nazione».

Il caso Paragon

Parlando poi del caso Paragon ha affermato che «è stato detto tutto quello che si poteva dire. Ci sono indagini in corso, qualsiasi cosa venisse aggiunta danneggerebbe le attività di intelligence e di indagine». Mantovano, inoltre, ha ricordato la vicenda Almasri, il generale libico accompagnato in patria con un volo di Stato italiano nonostante pendesse un mandato di arresto della Corte penale internazionale. «Ci sono state le informative al Parlamento dei ministri della giustizia Carlo Nordio e dell’interno Matteo Piantedosi, il tribunale dei ministri sta svolgendo approfondimenti e c’è una interlocuzione con la Corte penale internazionale, che sconsigliano di mettere in pubblico più informazioni di quelle fornite».

La difesa

A sostenere le posizioni di Mantovano è intervenuto, nel corso della stessa presentazione, il direttore del Dis Vittorio Rizzi: «viviamo tempi con molte instabilità, incertezze e competizioni, che provocano minacce ibride». Tuttavia, ha aggiunto Rizzi, è bene sottolineare che «il Dis e le persone e le unità che lo compongono si muovono all’interno del perimetro della legalità. Nonostante – ha sottolineato – viviamo giorni e tempi complicati come dimostrano i 49 minuti alla Casa Bianca a cui abbiamo assistito qualche giorno fa (riferendosi allo scontro tra Trump e Zelensky) che impongono la rimodulazione delle politiche di sicurezza in Europa».

Le posizioni

Sulla stessa lunghezza d’onda anche i direttori delle due agenzie, esterna e interna: Giovanni Caravelli e Bruno Valensise. Anche il presidente del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi, Lorenzo Guerini, del Pd, rassicura: «abbiamo donne e uomini – riferendosi agli 007 italiani – che hanno una grande capacità annunciando poi che su caso Paragon verrà prodotta una relazione al Parlamento».

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