L’inflazione vola al 6,9%: mai così alta da marzo di 36 anni fa

Una inflazione così alta in Italia non si registrava da 36 anni. A maggio, dopo il rallentamento di aprile, l’inflazione torna ad accelerare salendo del 6,9%, un livello che non si registrava da marzo 1986 (+7,0%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +2,4% a +3,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,9% a +3,7%. Su base annua, accelerano sia i prezzi dei beni (da +8,7% a +9,7%) sia quelli dei servizi (da +2,1% a +3,1%); rimane stabile, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (-6,6 punti percentuali come ad aprile). L’aumento congiunturale dell’indice generale e+dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+3,2%), degli alimentari lavorati (+1,5%), degli alimentari non lavorati (+1,1%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,2%).

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +2,5% per la componente di fondo. Secondo le stime preliminari, infine, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra un aumento su base mensile dello 0,9% e del 7,3% su base annua (da +6,3% nel mese precedente). Vola il cosiddetto ‘carrello della spesa’ a maggio, che si porta a +6,7%, come non accadeva dal marzo 1986 (quando fu +7,2%). Lo rileva l’Istat spiegando che nel mese corrente accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +5,7% a +6,7%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,8% a +6,7%). L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale a maggio (+6,9%), dopo il rallentamento di aprile, si deve principalmente agli elevati aumenti dei prezzi dei Beni energetici che “continuano a essere il traino dell’inflazione (con quelli dei non regolamentati in accelerazione) e le loro conseguenze si propagano sempre più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione”. Nel dettaglio, l’inflazione corre per l’aumento dei prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +39,5% di aprile a +42,2%) e in particolare degli Energetici non regolamentati (da +29,8% a +32,4%; la crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati è stabile a +64,3%), dei Beni alimentari (da +6,1% a +7,1%), soprattutto dei Beni alimentari lavorati (da +5,0% a +6,8%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,4% a +4,4%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +5,1% a +6,0%).

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